VIAREGGIO. La vertenza iniziata la scorsa estate dai bagnini della spiaggia “la Lecciona” di Viareggio è approdata ora alle vie legali.

“Questo è il triste epilogo, dopo anni di servizio martoriato anche dal  Comune di Viareggio che  gestisce il bando di gara del servizio   in affidamento. Il Comune ha sempre cercato di risparmiare  sul bando che riguarda il servizio di salvataggio di 3 km di spiaggia libera, usufruita da bagnanti che vengono da diverse nazioni oltre che locali ,sia per la sua bellezza che per la sua natura quasi incontaminata  e negli ultimi anni molto frequentata causa la crisi che attanaglia la nostra società e che vedrebbe inaccessibili per i costi gli altri stabilimenti balneari”.

Lo scrive Daniela Ricchetti della Filcams Cgil, insieme al portavoce bagnini spiaggia “Lecciona” Nicola Gallione.

“Partendo dal 2009, il Comune di Viareggio ha sempre stentato a fornire un servizio adeguato di salvamento proporzionale al reale periodo di balneazione. I bagnini che si sono susseguiti nel servizio sono stati diversi ma sempre e solo  6 sono i bagnini che  prestano servizio giornaliero su 3 km di arenile, “armati” di soli 3 pattini, baywatch e sagola galleggiante: addirittura la scorsa estate hanno provveduto personalmente alla costruzione delle postazioni di guardia, lavorando spesso ai limiti delle normative sulla sicurezza propria e dei bagnanti.

Il comune di Viareggio ha sempre creato il “peccato originale”, istruendo bandi con base d’asta al massimo ribasso : immaginabile chi ci abbia sempre rimesso, con soluzioni sempre dettate dalla fantasia ma mai coerenti con le norme contrattuali dei lavoratori.

Solo lo scorso maggio, grazie all’impegno di un bagnino portavoce e della nostra Organizzazione Sindacale , siamo riusciti a mettere nelle clausole del bando di gara il riferimento del contratto nazionale e dell’integrativo territoriale come vincoli del bando stesso: chiunque si aggiudicava la gara, avrebbe dovuto applicare tutti i riferimenti del CCNL del Turismo e l’integrativo .

La normalità finalmente raggiunta, si direbbe.

Invece, il Comune di Viareggio ha sancito il bando con una base d’asta già inferiore alla partenza sui costi del solo personale di circa 10,000 euro (le attrezzature non sono nemmeno state considerate).Nonostante ciò, l’asta non va deserta e viene vinta dall’Associazione Volontari Salvamento e l’allora Assessore in carica al bilancio e demanio rassicurò i lavoratori e la nostra Organizzazione Sindacale che avrebbe rispettato tutti i costi del lavoro .

Risultato: a fine agosto i bagnini della Lecciona non avevano ancora percepito un euro, e solo dopo vertenze ed una giornata di sciopero si ottiene parte delle retribuzioni.

Abbiamo denunciato l’azienda all’Ispettorato del Lavoro, chiamando in causa anche il Comune per responsabilità quantomeno sociale. Nonostante l’azienda abbia riconosciuto i crediti vantati, continua a non pagare perchè dichiara di non avere risorse e che l’appalto era calcolato male. Il Comune non si è nemmeno presentato.

Non ci è rimasto altro che aprire una vertenza legale e sicuramente non molleremo.

La questione sostanziale, oltre che monetaria relativa a corrette e dovute retribuzioni , sta proprio nel citato “peccato originale”: gare fatte al massimo ribasso, che non considerano il costo del lavoro, la sicurezza del lavoro, il corretto servizio all’utenza, la dignità delle persone che lavorano.

Ribadiamo che la spiaggia libera non debba essere libera dalla sorveglianza, che resta e resterà necessaria; ribadiamo che il lavoro va rispettato , i lavoratori vanno pagati , riconoscendo peraltro l’egregio ed encomiabile lavoro in questo caso dei bagnini che sono sulle spiagge per salvaguardare la nostra incolumità e che spesso salvano la vita.

Un lavoro già mal pagato, nonostante la grande professionalità e responsabilità profusa da questi angeli delle spiagge.

L’Amministrazione Comunale deve farsi carico di questa responsabilità sociale già dal prossimo bando di gara, perchè la sicurezza non sia un costo ma un valore da perseguire con buone pratiche: negli appalti c’è bisogno di legalità, di una chiara responsabilità del committente, del contrasto al massimo ribasso, del rispetto della clausola sociale nei subentri, di garanzie per i lavoratori   ed i cittadini che pagano tasse e pretendono,giustamente, i conseguenti servizi di pari livello.I disastri operati dall’amministrazione comunale sono passati anche sulla pelle di questi lavoratori: un fallimento totale”.

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