VIAREGGIO. Due settimane. Per confrontarsi con la città e con alcune forze politiche, Pd in primis, e capire se vale la pena gettarsi nell’agone politico per la poltrona di sindaco di Viareggio. Luca Poletti, presidente della Cna provinciale, si è dato tempo fino al 18 febbraio per tastare il terreno e verificare se sussistono le condizioni per una sua eventuale corsa alle prossime elezioni amministrative.
“Non è una candidatura, bensì l’inizio di un percorso personale”, esordisce l’imprenditore in una conferenza stampa convocata al Centro Congressi del Principe di Piemonte. Un percorso che passerà il confronto con partiti del centrosinistra, liste civiche, movimenti e tutto il mondo dell’associazionismo, “in particolare quello che si è riconosciuto nei valori della fiaccolata per la legalità dello scorso 14 novembre”.
Poletti assicura che “non voglio fare il candidato a sindaco per forza: correrò solo se ci sarà un progetto condiviso che vada oltre gli schemi politici”. La condicio sine qua non è il coinvolgimento del Pd, senza il quale “il progetto non sta in piedi”. Questo vuol dire che “se il gradimento attorno alla mia persona sarà parziale o se non ci fossero i presupposti per andare avanti allora non accetterò la mia candidatura”. Un dilemma non di poco conto: il partito è ancora lacerato dalle divisioni interne e la recente sospensione dell’ex sindaco Betti, dell’ex vicesindaco Romanini e dei consiglieri Mei e Zappelli ha tutt’altro che rasserenato gli animi.
Ma cosa farà Poletti di qui a un paio di settimane? “Intanto ascolterò una città in cui la discussione spesso si risolve in un dibattito tra sordi. E poi voglio studiare e conoscere le reali condizioni del dissesto finanziario del Comune: non si possono fare promesse irrealizzabili in campagna elettorale. E poi avvierò delle consultazioni con varie forze politiche, senza alcuna preclusione verso liste civiche e movimenti. Perché, nel caso la mia candidatura diventasse realtà, servirebbe una coalizione ampia e coesa”.
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