VIAREGGIO. Non solo al Muraglione, accanto alla scritta tanto cara ai viareggini, ma anche vicino a quella che dovrebbe essere casa sua, il regno del Carnevale e della cartapesta. Il disegno del Burlamacco impiccato che tanto ha fatto discutere in città è comparso anche nei pressi della Cittadella. Mentre per il gemello al muraglione erano stati utilizzati i colori classici della maschera ufficiale de Carnevale viareggino, per questo nuovo murales è bastata solo un po’ di tinta rossa.
Il povero Burlamacco appare sofferente, con la lingua di fuori, appeso per il collo ad una corda, mentre accanto il misterioso autore ha voluto scrivere la frase di Mario Tobino “Viareggio in te son nato in te spero morire”.
Non si sa chi si celi dietro questi murales, ma il writer che ha messo Burlamacco alla gogna no è stato certo ben visto dai viareggini che si sono già scatenati sui social network. C’è chi ha gridato allo scandalo e si è già armato di tinta grigia per rimuovere il murales, chi ha usato frasi poco carine nei confronti dell’anonimo autore, chi ancora minaccia “vendetta”.
“Chi lo ha fatto non ha deturpato una maschera – scrive Renzo Pieraccini su face book – ha umiliato un simbolo, un’icona di una intera città. Ha calpestato con ignoranza e cattiveria 142 anni di storia, di uomini e donne che hanno donato parte della loro vita per rendere migliore il nostro carnevale. Per tutto questo ti dico una sola parola: vergognati”.
Il Burlamacco impiccato sembra aver però trovato anche una schiera di fans. “Leggi la scritta e vedi dipinto e non puoi non sorridere! Ottima ironia! Messaggio forte e chiaro”.E ancora. “Un bravo all’autore. Credo e spero sia un gesto polemico fatto in buona fede per risvegliare le nostre coscienze anche se in effetti è brutto a vedersi”.
Tra i tanti estimatori dell’opera c’è anche chi crede che facendo girare sull’immagine sui media nazionali si possa riuscire a risvegliare l’attenzione su Viareggio e il suo Carnevale in tutta Italia.
“Penso sia fatto per cercare di salvare Burlamacco che rischia di morire. Se queste immagini facessero il giro d’Italia ci sarebbe molta pubblicità e verrebbe molta più gente al Carnevale. Come si dice? L’importante è parlarne, bene o male non importa”.
