VERSILIA. Nuovo appuntamento con FeliceMente, la rubrica di VersiliaToday dedicata alla mente e alla sua conoscenza, curata dalla dottoressa Valentina Aletti.

Guai se mi separo dal mio telefono cellulare!
Quante volte vi è capitato di sentirvi persi perché avevate dimenticato il telefono cellulare a casa? Quante volte avete fatto km, rischiando di arrivare in ritardo solo per andarlo a recuperare? Quante volte la batteria del vostro cellulare si è scaricata e presi da una sensazione di panico avete cercato disperatamente un carica batterie?
Un nuovo studio del Missouri ci parla di questo fenomeno per cui in assenza del proprio telefono si crea uno stato d’ansia nella persona talvolta facendole perdere momentaneamente alcune abilità cognitive.
Se vi riconoscete in questa categoria sicuramente vi sarà capitato di sentirvi “vuoti” senza il vostro telefono cellulare. Questa sensazione ha un nome: si chiama ansia da separazione da telefono e sono in tanti ad esserne affetti.
I risultati dello studio descrivono la capacità dei telefoni cellulari di divenire “estensioni di noi stessi” tanto che nel momento in cui ce ne separiamo sperimentiamo la sensazione di “essere senza un pezzo” accompagnata da uno stato psicologico negativo. La separazione dal proprio telefono comporta uno stato di ansia più o meno intenso a seconda dei soggetti e un decremento delle performance cognitive. I ricercatori hanno anche misurato una serie di indicatori fisiologici, come la pressione arteriosa o il battito cardiaco, negli stessi individui con e senza il loro cellulare evidenziando un incremento di questi indicatori in assenza di telefono cellulare e un conseguente stato d’ansia.
Nel 2008 la paura di essere lontani dal proprio telefono cellulare è stata denominata “nomofobia” (dall’inglese nomophobia) che designa più specificatamente la paura incontrollata di rimanere sconnessi dalla rete di telefonia mobile.
Secondo le ricerche sviluppate in Gran Bretagna il 53% della popolazione ne è affetta,
e presenta uno stato ansioso quando perde il cellulare, esaurisce la batteria o il credito o non ha copertura di rete. Lo studio ha rilevato che sono più uomini che donne a soffrire di questa fobia (circa il 58 % di uomini contro il 48 % di donne).
Dopo aver esaminato ben 2.163 persone più della metà attribuivano il loro stato ansioso al bisogno di tenersi in contatto con familiari e amici, che risultava quindi essere la causa principale e solo un 10% degli intervistati riportava la necessità di essere rintracciabile in ogni momento a lavoro. Infine circa uno ogni due nomofobici non spegneva mai il proprio telefono.
Lo studio suggerisce anche un rimedio: se vi riconoscete in queste caratteristiche provate a tenere il vostro telefono silenzioso in modo che non sia una distrazione, questo non vi salverà dalla fobia ma sicuramente terrà più lontana l’ansia.
Io suggerisco invece che come con ogni fobia sia necessario esporsi alla paura ogni tanto per rendersi conto di quanto in realtà non sia così drammatica e nel caso specifico impegnarsi di apprezzare la libertà e la pace che si hanno senza telefono… un buon allenamento per migliorare la qualità di vita con noi stessi e soprattutto la qualità dei rapporti con gli altri.

Felicemente

FeliceMente è curata da Valentina Aletti, psicologa clinica, laureata presso l’Università degli Studi di Firenze. Specializzanda in psicoterapia sistemico-relazionale ha conseguito master di perfezionamento in PNL , diagnosi e cura dei disturbi del comportamento alimentare e obesità , consulenza tecnica e peritale e disturbi dell’apprendimento e comportamento in età evolutiva. Per informazioni o richieste scrivere a:  [email protected]

Avvertenza: questa rubrica ha come fine quello di favorire la riflessione su temi di natura psicologica. Le informazioni fornite hanno carattere generale e non sono da intendersi come sostitutive di regolare consulenza professionale. Le mail saranno protette dal più stretto riserbo e quelle pubblicate, previo esplicito consenso del lettore, saranno modificate in modo da tutelarne la privacy

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ultimo aggiornamento: 30-03-2015


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