FORTE DEI MARMI. Dopo 24 anni di carcere, torna libera la ‘Circe della Versilia’. Gli intrighi, gli amori, i tradimenti, la passione per la magia, vissuti tra serate in discoteca e nei locali d’oro della Versilia sembrano distanti anni luce per Maria Luigia Redoli che da lunedì scorso, a 76 anni, ha lasciato il carcere milanese di Bollate per andare a vivere nella provincia pavese con l’uomo conosciuto nella cooperativa dove, da detenuta, ha fatto volontariato e che ha sposato sei anni fa.

Maria Luigia Redoli si guadagna quel titolo di ‘Circe della Versilia’, che ancora l’accompagna, per l’omicidio del marito, Luciano Iacopi, detto Gasparello, ricco mediatore immobiliare, più anziano di lei di 19 anni anni, ucciso con 17 coltellate nel garage di casa la sera del 17 luglio 1989. Capelli biondo platino, vistosi occhiali da sole e una spiccata personalità, per anni la donna è stata al centro dell’attenzione dei media che hanno raccontato con dovizia di particolari tutti i momenti salienti della sua vita e del processo che l’ha vista sul banco degli imputati insieme al giovane amante Carlo Cappelletti, ex carabiniere a cavallo. All’epoca lei aveva 50 anni e lui 23.

Fu Maria Luigia Redoli ad avvertire le forze dell’ordine dell’omicidio del marito, quando rientrò a casa con i figli Tamara, allora 18 anni, e Diego, di 14, che non vedono più la madre e che pochi anni fa hanno detto di opporsi a qualsiasi forma di perdono. Le indagini sul delitto si concentrarono da subito sui due amanti che furono ritenuti i responsabili. In un primo momento ci fu l’assoluzione in primo grado a Lucca, mentre l’appello ribaltò la sentenza con l’ergastolo per entrambi, confermato dalla Cassazione. L’arresto definitivo avvenne nel settembre 1991. Lei si è sempre detta innocente. Ora, nonostante la procura generale di Milano fino all’ultimo si fosse detta contraria, Maria Luigia Redoli ha ottenuto la liberazione condizionale, accogliendo l’istanza presentata dal legale della donna Alessandro Maneffa. Nei prossimi cinque anni non potrà allontanarsi dal domicilio dalle 23 alle 7 del mattino, salvo autorizzazione del magistrato di sorveglianza.

Per il collegio che ha deciso la sua scarcerazione la Redoli ha “pienamente accettato la condanna senza contestarla in alcun modo e non ha mai rifiutato il trattamento penitenziario”, pur dichiarandosi innocente. La donna continuerà a svolgere volontariato nella cooperativa di Cesano Boscone come ha fatto finora, forse con la speranza di tornare sia pure sporadicamente a Forte dei Marmi, come ha già fatto una volta fermandosi anche al cimitero sulla tomba del marito assassinato.

Appena ha saputo dell’ordinanza di scarcerazione, “la prima cosa che ha fatto si è messa a piangere, non ha avuto il tempo di rilassarsi e di realizzare”, ha raccontato l’avvocato Maneffa che da tempo segue il caso di Maria Luigia Redoli, descrivendo la donna “contenta ma tesa”.
Non vuole commentare invece l’avvocato viareggino Graziano Maffei che ha difeso la Redoli nel processo a suo carico e che conosce bene tutta la vicenda. “Sono felice che la signora sia stata scarcerata”, si è limitato a dire. (ANSA).

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ultimo aggiornamento: 01-04-2015


Dopo 24 anni di carcere la Circe della Versilia è libera

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