Mai più cani in campo, bicchieri di vino e treni lumaca

VIAREGGIO. Un capolavoro sportivo. La scorsa estate il calcio a Viareggio fu fatto a pezzi. E con esso, la fiducia e le speranze dei tifosi. Che attendevano con impazienza i derby con Pisa, Lucchese e Carrarese e che invece si sono ritrovati a fare i conti con un’altra realtà, quella dell’Eccellenza. Nessuno potrà scordare mai il cane che a Uliveto Terme entra in campo per inseguire il pallone (come se fosse un giocatore…), il bicchiere di vino in omaggio col biglietto a Cenaia, il treno costretto a procedere a passo d’uomo a Ghivizzano per non travolgere i tifosi locali, col macchinista che chiede il risultato. Istantanee di un’annata di cui avrebbero fatto tutti volentieri a meno. Ed invece la tragicomica vicenda Esperia, con il passaggio di proprietà, la fideiussione falsa e la sparizione dalla Lega Pro hanno spalancato le porte dell’inferno alla Viareggio calcistica. E menomale che qualcuno ha deciso di combattere, rimboccarsi le maniche anziché piangersi addosso. La corsa contro il tempo, ad agosto, per costituire una nuova società grazie al contributo di amici e soprattutto del club “Angelo Francesconi”, la preparazione – senza ritiro – iniziata due settimane prima del campionato. Giocatori che arrivavano e se ne andavano, come se il campo scuola fosse un porto di mare. Giorni difficili, una sfida incredibilmente complicata da vincere. Il Viareggio (la sua dirigenza in primis) ha compiuto un’impresa che merita di essere ricordata a lungo. E celebrata come si deve. Serie D centrata al primo colpo, senza spese folli, ma con idee chiare. Giù il cappello. 

(ultimo aggiornamento 12/4/2015 ore 15:16)

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