VIAREGGIO. “A Viareggio, nei mesi scorsi, ci sono stati alcuni che si sono ‘vantati’ di controllare dei pacchetti di tessere del Partito Democratico, così come, all’ultimo congresso della fine del 2013, si sono visti arrivare all’ultimo minuto gruppi di persone che, tutti insieme, chiedevano la tessera per votare al congresso, persone che non si erano mai viste prima, alcune delle quali non parlavano neppure italiano. In un partito democratico queste cose non possono avere cittadinanza”. Lo scrive Giuseppe Dati, segretario della federazione versiliese del Pd e commissario del Pd di Viareggio.

“Questa è una delle ragioni per cui a Viareggio abbiamo lanciato una nuova stagione del Pd, e stiamo lavorando alla costruzione di nuovo Pd, dove un iscritto controlla soltanto la sua, di tessere, e non quelle di altri. La democrazia si fonda sul principio ‘una persona, un voto’. E che voti chi effettivamente partecipa alla vita politica e non chi vi è indotto strumentalmente.

“Perciò non capisco le proteste sollevate da Carlo Francesconi, che non mi risulta si sia mai lamentato dei fenomeni degenerativi del passato, e si lamenta dell’attuale risanamento. Oppure ne capisco la strumentalità se lui sostiene Giorgio Del Ghingaro, proprio insieme a Fabrizio Miracolo, Paola Gifuni, Giuseppe De Stefano, i quali sono stati al centro delle polemiche relative ai congressi e tesseramenti di cui dicevo sopra, che hanno contribuito non poco a far decidere il Regionale per il commissariamento del partito viareggino.

“Qui c’è un nuovo Partito Democratico, serio, trasparente, innovatore: chi è interessato a proseguire nelle vecchie pratiche politiche deteriori, non a caso, si rivolge altrove”.

(Visitato 60 volte, 1 visite oggi)

Rapina in banca con ostaggi. I malviventi portano via 110mila euro

Balneazione, niente impianto di ionizzazione. Si userà acido peracetic