FORTE DEI MARMI. “Parlerò per ventotto minuti”. Il Generale Franco Angioni si è presentato così all’affollata platea di Villa Bertelli, composta da studenti e cittadini, per la conferenza “A cento anni dalla Grande Guerra”, organizzata in collaborazione con il Comune e il liceo scientifico Michelangelo. Una sintesi asciutta, ma esauriente e pragmatica di un secolo intero, in cui più volte l’ex comandate della missione in Libano e poi Segretario nazionale della Difesa, non ha mancato di ricordare che non si deve rendere omaggio alla guerra, ma a coloro che vi sono morti combattendo.

Il Generale AngioniNe ha ripercorso le cause e ne ha sottolineato le disastrose conseguenze in termini di vittime. Profondo conoscitore del Medio Oriente e dei delicati rapporti religiosi, sociali, storici e politici che lo governano, ha toccato anche le dinamiche dei giorni nostri, puntando il dito sulla dolorosa questione delle migrazioni. Una lezione di storia, ma anche il racconto della straordinaria esperienza di un militare italiano che, al comando della prima missione umanitaria del nostro Paese dopo la seconda guerra mondiale, ha avuto la capacità di farne un modello per il futuro. “Ha fatto riappacificare gli italiani con la divisa –ha sottolineato il sindaco Umberto Buratti- Oggi se i nostri militari sono così benvoluti quando vengono mandati all’estero lo devono a quella prima, lontana esperienza del 1982, quando il Generale Angioni creò e gestì la base italiana in un Libano martoriato dalla guerra.

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