VIAREGGIO. “Oggi, martedi 19 maggio, giornata di mobilitazione nazionale contro il Disegno di Legge sulla Scuola del Governo Renzi, insegnanti e lavoratori del personale ATA del Coordinamento Scuole della Versilia, hanno organizzato un presidio di fronte a molti degli istituti della Versilia dove lavorano: l’Istituto Galilei, l’Istituto Nautico Artiglio, il Liceo Scientifico Barsanti e Matteucci, l’ISI Piaggia e l’Istituto Comprensivo Motto (tutte a Viareggio) e il Liceo Artistico Stagi di Pietrasanta”. Lo scrive il Coordinamento Scuole della Versilia.

“All’orario di apertura si sono presentati davanti ai loro istituti con cartelloni, volantini e vestiti di nero o con pettorine molto appariscenti, per far conoscere ai genitori e al personale di quelle scuole la loro assoluta contrarietà e la loro estrema preoccupazione per la volontà del Governo Renzi di imporre al paese e al Parlamento il Disegno di Legge soprannominato “Buona Scuola”: una controriforma che aggraverà pesantemente la situazione della Scuola Pubblica, senza risolvere alcun problema,.fatta contro il parere di tutto il mondo della scuola, che il 5 maggio ha aderito allo sciopero più massiccio della scuola mai visto (oltre l’80% di adesioni) e che lo stesso giorno è sceso in piazza a manifestare in tutta Italia, insieme a tantissimi cittadini (oltre mezzo milioni di persone).

A quella enorme espressione di dissenso da parte di tutto il mondo della scuola, il Governo Renzi ed il Partito Democratico non vogliono dare nessun ascolto e, ignorando ancora una volta il parere dei cittadini, vogliono andare avanti imponendo al Parlamento il Disegno di Legge. Per questo nella giornata di oggi i lavoratori della scuola, in Versilia come in moltissime parti di Italia, sono tornati a manifestare la loro netta opposizione alla “Cattiva Scuola” di Renzi: si tratta di un provvedimento che non investe nella Scuola Pubblica, ma finanzia le scuole private e stravolge il ruolo stesso della scuola. Viene introdotta la figura del Preside-Padrone dal potere decisionale spropositato: in maniera del tutto arbitraria sceglie chi insegna nella propria scuola e valuta chi sono i pochi “meritevoli” cui assegnare gli aumenti di stipendio, oltre a decidere il piano didattico del proprio istituto. Le aziende potranno finanziare le scuole controllandone la didattica, mentre si prevede il finanziamento delle singole scuole da parte di famiglie ed imprese (mentre non si assicurano le risorse dello stato), con la conseguente creazione di poche scuole di serie A con molti fondi e di molte scuole di serie B. Agli studenti verrà imposto il lavoro gratuito in azienda per moltissime ore e senza nessuna garanzia formativa. Vengono tagliati altri 2.000 lavoratori del personale ATA, mentre per oltre 150.000 precari si prevede un’espulsione di massa dalla scuola, dopo anni di insegnamento e costosi corsi di abilitazione. I neoassunti saranno insegnanti di serie B senza diritti: destinati a fare supplenze e ad insegnare materie su cui non sono abilitati, sempre sotto ricatto del licenziamento. Un progetto di scuola autoritaria e aziendalista, da rigettare nel suo complesso, che distruggerà la Scuola Pubblica se non sarà fermato.

Ben altre sarebbero le misure capaci di garantire una Scuola Pubblica di qualità per tutti, come quelle indicate nella Legge di Iniziativa Popolare per la Scuola: massicci finanziamenti alla Scuola Pubblica, al livello dei paesi più avanzati, da investire in edilizia e strutture e nell’ampliamento dell’organico, a cominciare dalla stabilizzazione di tutti i precari che lavorano da anni nella scuola. Solo così sarà possibile migliorare la qualità della didattica e ridurre gli alunni per classe. Una scuola più democratica e senza padroni assoluti, dove la libertà di insegnamento sia salvaguardata”.

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ultimo aggiornamento: 19-05-2015


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