VIAREGGIO. “Siamo tutti d’accordo, e ci mancherebbe altro, che il dissesto di Viareggio non possono pagarlo i più deboli. Ma oltre ai fantomatici ‘Stati generali del sociale’ o agli incontri elettorali sulla salute mentale, forse sarebbe il caso di pensare anche a soluzioni concrete per chi, dal 1° giugno, non avrà più l’aiuto del Comune per assistere un familiare disabile”: chiaro Alessandro Santini, candidato sindaco del centro destra sostenuto da Forza Italia e dalle liste civiche “Sicurezza & Legalità” e “Viareggio Insieme”, alla notizia della sospensione del contributo alla disabilità da parte dell’amministrazione commissariale.

“E’ tremendo a dirsi, ma tecnicamente – spiega Santini – le spese che sosteneva il nostro ente municipale per “l’aiuto a persona”, accompagnando ragazzi e ragazze 100% disabili a svolgere attività per 6-7 ore al giorno, non sono considerate obbligatorie e quindi sono suscettibili di tagli”. Il danno che deriva dal provvedimento è di facile intuizione: “Progetti di inserimento sociale bloccati, ragazzi costretti a restare a casa, famiglie obbligate a ricorrere all’assistenza privata, per lo meno quelle che ne avranno possibilità economica”, elenca Santini.

Che fare? “Basta tirare in ballo la Regione Toscana – prosegue il candidato sindaco – piuttosto, andiamo a cercare risorse dalle Fondazioni bancarie del nostro territorio. Lo stesso intervento di Asp, che già in passato svolgeva il trasporto disabili e che potrebbe essere auspicabile in questa situazione di emergenza, in realtà non è facilmente praticabile: i suoi servizi, infatti, devono essere resi per spese obbligatorie o per servizi a domanda individuale sostenuti, in buona parte, dagli utenti”. Quindi, anche qui, “è basilare ricorrere all’aiuto dei privati, almeno fino al bilancio stabilmente equilibrato”, aggiunge.

Santini conclude con una riflessione: “E’ questa la dura realtà con la quale dovrà fare i conti il futuro sindaco. Non ci sarà spazio per grandi iniziative e belle parole, dovremo prendere decisioni difficili e coraggiose. Per farlo, però, bisogna conoscere i problemi e soprattutto gli strumenti che ci permettano di farlo: le promesse elettorali non sono fra questi”.

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