VIAREGGIO. Dai “Poveri vecchi” di Viareggio ci giunge un messaggio, un inno alla vita. Protagonista è Wanda Francesconi, una dolce nonnina ultranonagenaria, ospite dell’Istituto “Sacro Cuore” .  Una sua poesia, intitolata “La vecchiaia dell’ottimista”, è stata pubblicata dalla Rivista online “Riflessioni” con un commento del professor Guido Brunetti.

 

“Sono versi- afferma il noto autore- delicati e toccanti. C’è la struggente nostalgia di un passato che non ritorna accompagnata da una lucida visione della vita e del futuro intesa come ‘forza interiore, luce e aspirazione alla serenità dell’animo’. Nel solco della concezione di Socrate e Seneca, l’essere umano, per la nostra poetessa, deve occuparsi  del suo corpo, ma soprattutto della sua anima, in modo che essa diventi migliore il più possibile. Emerge un affresco  poetico che riveste un profondo significato umano, sociale e culturale destinato a generare   sollievo e tranquillità dell’animo a tutti, in primis agli anziani. Che sono definiti dalla Bibbia “Un dono di Dio”.

Siamo immersi- aggiunge Brunetti- in un mondo dove l’umanità sembra smarrirsi. Una società stressata, stanca, egoista, ottusamente ignorante, arrogante e volgare. Occuparsi della vecchiezza dunque è “una scelta di civiltà, un dono, un imperativo etico”. Una società che emargina le persone anziane compie una violenza morale, taglia le sue radici, offusca il suo avvenire e sanziona il suo fallimento. Occuparsi in maniera concreta di questi esseri umani rappresenta una sfida globale per tutti noi.

Guido Brunetti vive a Roma, ma ha un profondo legame affettivo con Viareggio, che frequenta da anni con la sua famiglia. Da tempo, sta conducendo una nobile crociata per sensibilizzare il maggior numero di persone e istituzioni pubbliche e private, a cominciare dal Papa, al Presidente della Repubblica, nel promuovere una gara di solidarietà in favore di queste splendide persone ospiti della Casa di riposo. Sulle quali- egli dice- grava il peso degli anni, delle malattie, della sofferenza e della devastante solitudine affettiva, esistenziale e psicologica.

“Siamo chiamati -conclude- a farci testimoni di un nuovo umanesimo, prendendoci cura dei più deboli attraverso la solidarietà, l’altruismo, l’empatia”.

 

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