VIAREGGIO. Il potenziamento del ruolo degli imprenditori agricoli e delle associazioni ambientaliste, nell’attività di presidio e vigilanza del territorio; il riconoscimento dell’impegno consortile, finalizzato a gestire e conservare le aree di particolare pregio ambientale; la reciproca valorizzazione dei compiti dell’amministrazione (per gli indirizzi politici) e della dirigenza (per la gestione della struttura), in un quadro in cui le competenze di ciascuna componente diventano pienamente distinte e complementari.

Sono solo alcuni dei punti salienti del nuovo statuto del Consorzio di Bonifica 1 Toscana Nord, adottato dall’assemblea dell’Ente. Il testo fondamentale per l’organizzazione del Consorzio passa adesso – così come prevede la legge regionale 79 del 2012 – al vaglio della giunta regionale, a cui spetta l’ultima parola in merito.

“L’assemblea del Consorzio ha dato il via allo statuto, che rappresenta la vera e propria carta d’identità dell’Ente – sottolinea il presidente Ismaele Ridolfi – Siamo addivenuti a questo punto dopo un lavoro ricco e impegnativo, che ha visto il coinvolgimento e la partecipazione di tutti i membri dell’assemblea, a cui va il mio sentito ringraziamento per l’intenso impegno profuso. D’altronde, il ruolo centrale dell’assemblea, in una logica che mira a valorizzare la trasparenza e la partecipazione, viene ribadito anche dallo stesso statuto, che stabilisce l’articolazione della propria attività attraverso anche le commissioni consiliari.

Per quanto attiene il tema della nuova sede legale, che tanto ha appassionato il dibattito delle ultime settimane, il nuovo statuto ha altresì deciso di stabilirla nel vecchio casello idraulico in via della Migliarina, a Viareggio, un tempo quartier generale dell’ex Consorzio Versilia-Massaciuccoli. La scelta è stata individuata sulla base di criteri di carattere generale e oggettivo, sulla cui piena condivisione da parte dell’assemblea anche il presidente Ridolfi si è adoperato. L’assemblea ha comunque convenuto di non escludere la possibilità di modificare tale decisione qualora, in futuro, gli stessi elementi assunti a criterio dovessero radicalmente modificarsi.

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