VERSILIA. Nuova puntata di A Spasso con Galatea, la rubrica dedicata all’arte, alla cultura, alla storia e alle tradizioni della nostra Versilia, realizzata grazie a Stefania e Tessa del blog Galatea Versilia.

Più volte ho parlato del pittore stazzemese Filadelfo Simi e del Cenacolo di artisti che si riunivano attorno a lui per dipingere.

Oggi voglio condividere con voi il contributo di Stella Ehrich, artista americana che per diversi anni ha studiato a Firenze presso lo studio diretto, dopo la morte del Simi, dalla figlia Nerina.

Stella si divide tra l’America e l’Italia dove insegna e dipinge paesaggi, ritratti e nature morte.

Ecco la sua lettera:

La prima volta che sono entrata nello Studio Simi è stata un’esperienza notevole.  Lo studio si trovava in via Tripoli 1 a Firenze, davanti all’Arno.   Al terzo piano del palazzo si trovava lo studio dell’artista Filadelfo Simi, rimasto proprio come l’aveva tenuto lui cent’anni fa.  I sui dipinti erano attaccati su tutte le pareti: nello studio grande erano attaccati uno sopra l’altro fino al soffitto e tutti i mobili erano d’epoca.  Lo studio si riscaldava con la stufa di carbone e  un finestrone enorme illuminava la stanza: si lavorava infatti soltanto con la luce naturale, mai con quella elettrica. C’erano circa venticinque  studenti seduti davanti ai cavalletti intenti a lavorare in un silenzio profondo.  Si sentiva solo il suono del carboncino che grattava la carta.  Con quella luce che veniva dall’alto e quel silenzio, sembrava di essere in un luogo sacro.   

foto Stella Ehrich
foto Stella Ehrich

La Signorina aveva ottantacinque anni quando l’ho conosciuta.   Nello studio si vestiva sempre con una grembiale nero sopra il suo vestito e si vedeva soltanto la sua collana di perle che indossava ogni giorno.  I capelli bianchi erano tenuti indietro in una acconciatura molto severa. Aveva gli occhi celesti chiari, brillanti e penetranti.  Di statura era piccola: un po’ per natura e un po’ perché le sue gambe erano storte.  Si piegavano in modo strano.  Quello destra piegava verso destra e quella sinistra piegava verso sinistra: sembrava una di quelle bambolina di carta come che ritagliano le bambine.  L’effetto era di una persona molto fragile, ma la sua personalità era di una forza enorme. 

Avevo cercato la Signorina proprio con l’intenzione di studiare i colori a olio.  Le però mi disse:` “Prima di studiare i colori si deve lavorare con il bianco e nero per capire bene il chiaroscuro”.  Accettai e iniziai a disegnare con il carboncino.  Non immaginavo che la Signorina pretendesse di studiare il disegno a carboncino per tre anni prima di iniziare a studiare i colori.

La Signorina entrava nello studio e osservava il lavoro di ogni studente per correggerlo. Non faceva mai complimenti ma correggeva in maniera precisa e chiara.  Lavorava sul disegno degli allievi così da mostrare gli sbagli e correggerli. Il complimento più grande che potevamo avere era “Non c’e  male” e nonostante I complimenti fossero rari avevamo per lei un grande rispetto e un amore profondo”.

Stella Ehrich

(Ad agosto è prevista una visita allo Studio dei Simi e a Stazzema, a breve i dettagli)

Stefania Neri, Galatea Versilia

(Visitato 75 volte, 1 visite oggi)

I Subsonica pronti ad infiammare la Capannina

Il caffè dei Maledetti fotografi alla Bottega di Marina di Pietrasanta