CAMAIORE. A seguito dell’Assemblea pubblica di giovedì scorso (6 agosto ndR), molto partecipata dalla popolazione e svoltasi alla presenza dei Sindaci di Camaiore e Massarosa, il Comitato paesano di Valpromaro, preso atto dell’impossibilità di dialogare con l’azienda da parte dei soggetti istituzionali, considerato il rapido susseguirsi degli eventi, che danno per cosa fatta l’accesso in borsa di Poste Italiane, in attesa del pronunciamento del Tribunale Amministrativo Regionale, desidera esprimere la più ferma opposizione al progetto scellerato dell’azienda Poste.
Come sostenuto dagli amici di Pomino e del Chianti fiorentino, il futuro delle nostre frazioni non va in vacanza.
Quella prospettiva che ricerchiamo per i nostri territori e che sembra non interessare all’azienda e al governo nazionale, quest’ultimo chiuso in un imbarazzante e deprecabile silenzio su questa questione, è la forza e lo spirito della nostra protesta.
Ci rivolgiamo quindi al Presidente della Repubblica, perché attraverso un suo interessamento e un suo intervento, si chiarisca il piano politico del problema, si scongiuri il rischio concreto di frammentazione e diaspora del tessuto sociale, e si cominci finalmente a riparlare in questo Paese di servizio pubblico.
Nei prossimi giorni partiranno poi appelli e lettere all’indirizzo del Presidente del Consiglio dei Ministri e dei Ministri dell’Economia e dello Sviluppo Economico. Non si escludono atti di protesta ancora più estremi da parte della popolazione e l’invio di un appello al Santo Padre Francesco: nelle parole della sua enciclica, riconosciamo le responsabilità anche morali di simili e criminali provvedimenti.
Per il momento invitiamo la cittadinanza tutta, delle Seimiglia, della Valfreddana e di tutto il comprensorio, a partecipare alla manifestazione che avrà luogo durante il transito della gara ciclistica Firenze – Mare, in programma per sabato 15 agosto. Concentramento davanti all’ufficio postale a partire dalle ore 10:30.
Chiunque volesse contribuire alla preparazione dello striscione lungo 200 m, da esporre durante la corsa, può intervenire venerdì 14 a partire dalle 21:00 nella strada interna del paese.
Questo il testo integrale della lettera inviata al Presidente della Repubblica:
All’attenzione del Signor Presidente della Repubblica Italiana dott. Sergio Mattarella
OGGETTO: piano di tagli degli uffici e dei servizi postali da parte di Poste Italiane s.p.a.
Signor Presidente,
a scriverLe questo accorato appello è il Comitato paesano di Valpromaro, da alcuni anni attivo nell’omonima frazione dei Comuni di Camaiore e Massarosa, in provincia di Lucca. Il nostro gruppo, che raccoglie alcuni volontari del paese, da sempre attivi nel contesto locale, ha l’obiettivo di mantenere, valorizzare e tutelare quel grande patrimonio culturale, sociale, paesaggistico, storico e artistico che le nostre piccole realtà hanno saputo custodire fino ad oggi, nonostante i grandi cambiamenti in atto nella società.
La nostra zona si trova nell’ alta valle della Freddana, affluente del Serchio, nella parte più orientale del comune di Camaiore, ed è caratterizzata dalle ultime propaggini delle Alpi Apuane e da un sistema collinare che su di esse si innesta, e che da un lato scende dalla parte della Versilia, dall’altro degrada verso la piana di Lucca. Su questo sistema orografico assai complesso si trovano circa dodici paesi, frazioni dei comuni di Camaiore, Massarosa, Pescaglia e Lucca; si tratta di sistemi insediativi di piccole dimensioni, di suggestiva rilevanza ambientale e paesaggistica, di origini molto antiche, in cui permangono importanti attestazioni storico-artistiche, e dove risiede una popolazione di oltre duemila abitanti.
La più urgente e drammatica questione che ci impegna è la difesa dei servizi pubblici. Ci troviamo, come avrà capito, in una zona rurale molto accidentata dal punto di vista orografico, caratterizzata da un’insediatività sparsa e diffusa, in cui i servizi pubblici presenti rappresentano un baluardo indispensabile e assolutamente irrinunciabile per la vitalità del territorio e delle sue comunità.
Nella prima metà del mese di febbraio siamo venuti a conoscenza, a mezzo stampa, della volontà da parte dell’azienda Poste Italiane S.p.a. di dar seguito a un piano di tagli agli uffici postali che ci riguarda direttamente. Veniva infatti prevista la chiusura dell’ufficio postale di Valpromaro, presente in paese fin dal 1929, finora regolarmente funzionante sei giorni su sette al mattino, con un’unica impiegata. Il provvedimento, comunicato in maniera unilaterale al Sindaco di Camaiore, e alla popolazione a mezzo stampa, coinvolge oltre 450 uffici postali, per i quali l’azienda decreta la chiusura, e altri 600 che vedrebbero fortemente ridotto l’orario di apertura. Dopo una sospensione del procedimento, intervenuta nel mese di marzo per chiare ragioni elettorali, Poste ha riattivato il piano a partire dallo scorso luglio, e qualche giorno fa, davanti alle porte degli uffici postali è stato affisso l’avviso di chiusura per il 7 settembre prossimo.
Il servizio postale, così come gli altri servizi pubblici (la scuola dell’infanzia e la scuola primaria o i mezzi di trasporto pubblici), rappresentano un presidio fondamentale per la nostra popolazione, che risente di quell’isolamento tipico delle realtà rurali, lontane dai centri produttivi e dai poli nevralgici dei servizi. Una popolazione in maggioranza anziana, ma in cui per la verità non mancano nemmeno i giovani, che popolano questo territorio e curano con impegno e con amore questi paesi in cui hanno scelto di rimanere o trasferirvisi. Da qualche tempo infatti, si avvertono i segnali di una rinnovata crescita del nostro comprensorio; arrivano nuove famiglie, si riattivano piccoli circuiti produttivi, ci si adopera per creare occasioni di socializzazioni e comunità. Nascono esperienze culturali di grande rilievo: è il caso per esempio della Casa del Pellegrino di Valpromaro, realtà unica nel panorama nazionale, che offre accoglienza ai tanti viandanti sulla Via Francigena con presenze superiori alle 700 all’anno. In forza di tutto questo, anche il Comune di Camaiore si è attivato per avviare un progetto di studio, che sarà curato da esperti della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, e che avrà ad oggetto il ripopolamento attivo di queste colline.
Consapevoli del gravissimo e irreparabile danno sociale che si troverebbero a patire queste comunità, i cittadini si sono immediatamente organizzati per dar luogo ad una protesta in grado di far valutare più attentamente all’azienda la situazione del nostro ufficio e di tutti quelli che si trovano in realtà simili alla nostra.
La nostra battaglia non è dunque una difesa di campanile, quanto una lotta di cittadinanza per tutte quelle comunità dell’Italia interna; un territorio che caratterizza il 60% del Paese e nel quale risiedono oltre 13 milioni di italiani.Il caso specifico del nostro ufficio, rappresenta un vero paradosso. Stiamo parlando di uno sportello postale, in cui ogni giorno si recano decine e decine di utenti, ricambiati dalla professionalità dell’unica impiegata; cronaca quotidiana sono le code. Costanti in questi anni sono stati gli appelli rivolti alla direzione provinciale di Poste Italiane per un potenziamento dell’ufficio. Fino allo scorso maggio, non esisteva nemmeno il box esterno per la raccolta della corrispondenza. A nulla sono valse le richieste per l’installazione di uno sportello di prelevamento automatico. E nell’assenza totale di provvedimenti, la comunità di Valpromaro e delle Seimiglia, lo scorso 24 maggio, dopo aver omaggiato i caduti della zona nella Prima Guerra Mondiale, ha donato un nuovo tricolore all’ufficio, sostituendo il precedente, logoro e vergognosamente oltraggiato.
Un servizio dunque funzionante e apprezzato, una rappresentanza dello Stato capace di includere e far sentire a tutti il valore della cittadinanza. Inutile enumerare i disagi che la popolazione si troverebbe a dover patire, in territori mal serviti dai trasporti pubblici, problematici in genere per ogni tipo di comunicazione telematica, in cui pesano le distanze e l’isolamento delle frazioni dell’alta collina e della montagna. In questi mesi di protesta la nostra azione ha coinvolto tutti gli ambiti della società civile; la rabbia e l’esasperazione della popolazione hanno accompagnato il vigore e la partecipazione dei nostri Sindaci. Frequenti sono i contatti con il Consiglio Regionale, con il Presidente della Toscana Enrico Rossi e con tutti gli interlocutori istituzionali. In tutti è chiara e forte la consapevolezza di non poter accettare il declassamento di questi territori, la condanna all’abbandono, a un lento spopolamento.
La mancanza di servizi pubblici renderà più difficile vivere in questi luoghi; campagne e paesi da cui non vogliamo andarcene, ma che anzi vogliamo valorizzare e far crescere.
Nello striscione che inaugurò la nostra mobilitazione scrivemmo:” dove non ci sono servizi non c’è rete sociale, dove non c’è rete sociale si preparano disastri. Sono i disastri che costano, non i servizi”.Con questa frase si riassume il valore della nostra azione. E guidati dalla volontà di contrastare questo processo miope e folle di abbandono dei territori veniamo a chiederLe il Suo interessamento e intervento.
La cittadinanza di questa terra che con sacrificio ha deciso di investire in uno di questi paesi la propria vita, ha tutto il diritto di poter godere al pari di ogni altro cittadino di quei servizi indispensabili e universali, fra cui rientra anche quello postale, che in zone come queste rappresentano un caposaldo di socialità e un presidio irrinunciabile e insostituibile per il territorio.
Ci appelliamo alla Sua comprensione e ragionevolezza: non si privino le realtà collinari o di campagna dei servizi minimi funzionali alla permanenza dei loro abitanti; non si uccidano sull’altare di una presunta improduttività le conquiste di uno stato sociale che ha rappresentato finora un valido strumento di tutela del territorio e un’affidabile garanzia di equità sociale; non si escluda definitivamente per queste zone rurali, attraverso simili scelte depressive, la possibilità di uno sviluppo all’insegna della valorizzazione delle risorse locali, culturali e ambientali.Laddove arretra lo Stato si sfalda la società
Si adoperi Signor Presidente, per la salvaguardia dei servizi essenziali, di quelle appendici vitali per lo Stato e indispensabili per le comunità, ancor più in tempi di ristrettezze e cambiamenti come quelli che stiamo vivendo. Non gliene saranno grati solo questi duemila cittadini, ma l’intero Paese.Cordiali Saluti
Comitato Paesano di Valpromaro