PIETRASANTA. Pietrasanta e il Centro Arti Visive alla Biennale di Mosca con il maestro Alexey Morozov, Direttore del Moscow Academic Art College. Apertasi lo scorso 22 settembre, la Biennale vede protagonisti i maggiori artisti dei 5 continenti ed è accompagnata da una tavola rotonda a cui partecipano alcuni tra i principali “pensatori” internazionali per dibattere sul tema delle possibili e necessarie collaborazioni fra oriente e occidente. Tra i partecipanti l’architetto Rem Khoolas, Saskia Sassen, Michelangelo Pistoletto, Ulrike Guerot, Robert Menasse e anche l’ex ministro delle finanze greco Yannis Varoufakis.
Ospite della storica cornice del Nuclear Power Pavillon, edificato nel 1936, tra i punti nevralgici del percorso della Biennale, è l’installazione di Alexey Morosov “Pontifex Maximus”. Il progetto nasce dalla sinergia tra la Fondazione Centro Arti Visive di Pietrasanta dove il Moscow Academic Art College, da 2 anni vi realizza una summer school della durata di un mese, durante la quale gli allievi, selezionati tramite concorso nelle più prestigiose accademie russe, seguono presso il CAV, dove risiedono, corsi di arte contemporanea con suggestioni legate alla tradizione artistica italiana, sopralluoghi e lezioni nei laboratori del territorio, oltre ad eseguire quotidianamente lavori di pittura en plein air sul territorio.
Il progetto deve molto all’esperienza maturata a Pietrasanta, come afferma lo stesso Morosov, città in cui ha scoperto le tecniche e i materiali artistici della tradizione e la capacità innovativa a cui vengono sottoposti.
Nella sua installazione, infatti, l’artista russo fa dialogare materiali classici come il bronzo con la ghisa, il cemento e il kevlar, ma anche scultura e architettura, rinviando sempre a un’iconografia classica dal punto di vista formale.
Riassumono perfettamente lo spirito che anima questa collaborazione e la sua installazione ospitata dalla prestigiosa Biennale le parole dell’artista Alexey Morosov: “Pietrasanta rappresenta un concentrato della capacità artigianale artistica, trasmessa di generazione in generazione e anche uno straordinario laboratorio a cielo aperto dove sperimentare nuove forme di insegnamento e conoscenza, come la mia esperienza e quella dei miei studenti hanno dimostrato”.
