VIAREGGIO. “Una serie di compagni e funzionari della CGIL provinciale appartenenti a diverse sensibilità, aree ed appartenenze sono oggi accomunati in CGIL a Lucca da una necessità che giudicano impellente, cioè restituire alla CGIL in provincia di Lucca un suo ruolo attivo nella società e di far tornare il sindacato protagonista delle grandi vertenze e onomiche e sociali della piana e della media Valle Garfagnana”. Lo annuncia in una nota Massimiliano Bindocci, sindacalista recentemente destituito dal ruolo di responsabile versiliese della Cgil provinciale.

“Ci sembra incredibile che in una società più povera dove il cittadino, in cui il lavoratore- vittima del ricatto occupazionale – è più solo e più debole, la CGIL non riesca a diventare la protagonista di questa stagione, a Lucca è evidente l’isolamento e l’estraneità dalle grandi discussioni del territorio sulle materie dello sviluppo, delle grandi crisi manifatturiere, della sicurezza sul lavoro, della viabilità, delle infrastrutture, della difesa del welfare nelle sue varie fattispecie dalla Provincia alla sanità, ed adesso anche le questioni dei migranti e degli appalti. E’ poco incisiva anche l’azione in materia di pensioni nel post Fornero e per contrastare il job acts. Si segnala in particolare l’incapacità di aprire un confronto con INPS ed altri soggetti anche fosse solo per accelerare i tempi di pagamento della cassa Integrazione in Deroga.

Lamberto Pocai cgil“Tutte le varie partite sono state affrontate dalle categorie, senza una presenza adeguata della confederazione. Sembra che il gruppo dirigente lucchese si sia rinchiuso in una torre di avorio autoreferenziale, tutto preso da problemi interni, di apparato ed al più rivolto alla questione dell’accorpamento tra le strutture CGIL di Lucca e di Massa Carrara, dove ad oggi il motivo – per cui in Toscana l’unico accorpamento che si deve fare è quello tra Lucca e Massa Carrara – non ci è ancora stato chiarito.

“Proprio sulle mancate scelte politiche e sulla questione dell’accorpamento e sulla richiesta di una verifica con gli iscritti sul processo di fattibilità di questo accorpamento, che deve eventualmente essere la conseguenza di un percorso partecipato e condiviso, affinché non veda un allontanamento della CGIL dal territorio, ma anzi preveda una valorizzazione delle zone si è aperta una discussione serrata.

“La rigidità della segreteria provinciale nel confronto con le diverse anime della CGIL , nei confronti della FIOM, dell’area “Il sindacato è un’altra cosa”, dell’area “Democrazia e Lavoro” e di coloro che anche se appartenenti alla maggioranza delle volte dissentono ci preoccupa, sopratutto in un momento di grande crisi come quello attuale, abbiamo invece bisogno di un sindacato forte ed autonomo, trasparente e solidale, che non pensi troppo a se stesso, ma che sappia aprirsi ad un mondo del lavoro che vuole risposte concrete e che chiede rispetto ai diritti negati nel luogo del lavoro e nella società.

“La mia rimozione da responsabile di zona in Versilia, avvenuta senza adeguate motivazioni ed in modo anomalo dopo che io stesso avevo votato in un direttivo in modo diverso da quanto proposto dai centri regolatori, la reazione dei lavoratori che hanno partecipato in modo massiccio alla iniziativa fatta dalla CGIL in Versilia, e la reazione della segreteria confederale che accusa i rappresentanti sindacali di aver occupato la Camera del lavoro di Viareggio forse avendo in mente provvedimenti espulsivi, dimostra che è necessario fermare questa deriva della CGIL provinciale.

massimiliano bindocci“La discussione è ancora più importante e urgente visto che contemporaneamente in Garfagnana il responsabile di zona per la CGIL Fabio Bertei si è dimesso anche perché non è stato messo in condizione di lavorare rifiutandosi di fare solo da paravento alla Segreteria.

“E’ necessario dunque un momento di discussione in CGIL dove tutti le iscritte e gli iscritti siano chiamate a decidere, dunque un congresso straordinario che riporti agli iscritti la parola, ed il voto sulle scelte da fare. Se qualcuno ritiene che l’immagine della CGIL sia danneggiata da queste espressioni di dissenso la responsabilità è da attribuire a chi ha assunto scelte sbagliate nel metodo e nel merito, e non certo da chi le ha subite, da chi si è dimesso, nè tantomeno dagli iscritti e dai delegati che sono venuti per cercare di capire e dire la loro.

“Pertanto la scelta di chiedere un congresso straordinario e di raccogliere le firme per arrivare ad un congresso, è fatta. Cercheremo di andare nei luoghi di lavoro e di contattare i rappresentanti sindacali e tutti gli iscritti per rilanciare una CGIL, nella convinzione che chi lavora ha sempre più bisogno di un sindacato forte e autorevole.
Occorre il 10% degli iscritti e quindi circa 3.500 firme, presto si comincia”.

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cgil congresso firme

ultimo aggiornamento: 12-10-2015


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