VERSILIA. Ecco la prima recensione del libro di Max Strata (tra i fondatori di Mag 2 Milano, si occupa da anni di finanza critica) dal titolo “Oltre il limite. Noi e la crisi ecologica”.

“Le prime ottanta pagine di Oltre il limite, importante libro di Max Strata, sono davvero scioccanti. La situazione catastrofica descritta con numeri, grafici ed esempi colpisce, coinvolge e costringe il
lettore a pensare che lui stesso contribuisce ad alimentare questo stato di cose coi suoi comportamenti di ogni giorno.

In particolare impressiona la descrizione dell’”isola di plastica” (a cui è dedicato il noto documentario Plastic Paradise: The Great Pacific Garbage Patch, ndr), trovata per caso nel 1977 da un velista: un enorme area dell’oceano pacifico in costante aumento da che è monitorata, coperta, appena sotto la superficie del mare, da piccolissimi frammenti di rifiuti galleggianti, per lo più pezzetti di plastica, che uno strano giro di correnti marine concentra in quel luogo.

Impressionante è constatare come di fronte a studi conclamati ed evidenze scientifiche indiscutibili, la gran parte della politica, dell’economia, dei grandi poteri finanziari sembrino quasi indifferenti alla gravità della situazione e proseguano nel modello della crescita “infinita” a fronte della evidente realtà, da tutti ormai ben compresa, che il nostro è un pianeta “finito”. E ci sarebbe altro da aggiungere in quanto non si parla nel libro di altre situazioni gravi per l’ambiente e il clima, come le scie chimiche, su cui c’è un silenzio per lo meno sospetto e le scorie nucleari che si vuol nascondere al dibattito come si vogliono
esse stesse nascondere in gallerie sotterranee, pensando così di risolvere il problema.

Nei restanti due terzi del libro però emerge per fortuna la speranza e si stimola a capirecosa e come anche ciascuno di noi può agire. L’autore conosce bene tutti i movimenti che hanno a cuore queste problematiche, riporta riflessioni sulla sostenibilità e la decrescita, collegandola ovviamente anche alla questione finanziaria come concausa, se non una delle più importanti cause aggiungo io, della
situazione attuale di crisi ecologica del nostro pianeta. Non sempre autori che trattano questi temi considerano opportunamente il nesso con la questione finanziaria che con sempre maggiore evidenza e arroganza decide le sorti del mondo. Essa infatti sostiene un’economia della crescita, dello sfruttamento e del massimo profitto “ad ogni costo”, senza considerare l’impatto che l’attività economica produce nel
territorio dov’è insediata, oppure dirige enormi risorse in sostegno ad azioni di puro reddito finanziario, che non tengono affatto conto del benessere delle persone e dell’ambiente.

Ho trovato ottimo riportare, a sostegno delle tesi sostenute, pezzi interi di altri autori come Vandana Shiva, Serge Latouche, Gary Snyder e diversi altri, come un lungo pezzo di Lester Brown dal suo libro “L’era della scarsità”: molto meglio così che citare semplicemente gli autori e interpretarne gli scritti.

L’aspetto però che più mi è piaciuto di questo libro e che voglio qui sottolineare con forza è la parte finale dove, a fronte dell’immobilità e indifferenza di chi deve decidere, si stimola la presa di coscienza individuale e delle comunità locali. Di fronte allo sfacelo provocato dalla logica delle grandi imprese transnazionali e del capitale finanziario che travalica le frontiere, il ritorno al locale, all’impegno quotidiano di ciascuno è decisamente l’unica strada possibile verso la presa di coscienza e il cambiamento. L’azione locale permette di coinvolgere direttamente i cittadini, ma è di utilità anche per coloro che non si fanno
coinvolgere perché comunque possono “vedere” le azioni dagli altri e comprendere che si può davvero agire in totale rispetto della natura: qualcuno lo fa!
Si sa che curiosità e imitazione si stimolano con l’esempio, senza bisogno di tante parole ma semplicemente facendo percepire nella pratica che “un altro mondo è davvero
possibile”. Anche per educare i cittadini a fare qualcosa per provocare un cambiamento di rotta è più efficace utilizzare l’azione, la dimostrazione pratica e la sperimentazione locale.

Il mantra del libro è il sottolineare che “siamo oltre il limiti” e che “bisogna agire subito”, ma certamente altrettanto importante è non lasciare senza risposte e senza prospettive. Un’azione locale che facilita certamente la presa di coscienza individuale e di comunità, non potrà che portare a influenzare contesti sempre più vasti e via via “costringere all’azione” le politiche locali, nazionali, planetarie. Siamo dunque in una fase di transizione, un periodo che deve essere segnato dalla prassi e quindi dalla realizzazione di modelli innovativi pratici e virtuosi: alcuni sono riportati in questo libro e
anche per questo consiglio vivamente di leggerlo. In sostanza l’appello che scaturisce dal libro potrebbe essere così riassunto: prendiamo coscienza e non spaventiamoci dei numeri drammatici, percepiamo però l’urgenza di agire, aggrappati alla speranza che le cose possono cambiare se cominciamo subito e prima di tutto da noi stessi e dalla nostra comunità.

La chiusura del libro non poteva essere più emblematica per dimostrare l’ottusità dei padroni del mondo. Riporta il risultato di un simposio di premi Nobel tenutosi a Stoccolma nel 2011 sulla Sostenibilità Globale. Questi scienziati in otto punti di alto valore e contenuto, chiedono un profondo cambio di rotta e di mentalità nei rapporti con l’ambiente: purtroppo sono ancora ben lontani dall’essere assunti e applicati nella realtà.

(Visitato 337 volte, 1 visite oggi)
TAG:
eventi libri max strata noi e la crisi ecologica oltre il limite

ultimo aggiornamento: 13-10-2015


Torna il Teatro per le Famiglie a Forte dei Marmi

Pietrasanta e la moda. Modelli e modelle a spasso per la città