LUCCA. La Squadra di Polizia Giudiziaria di Lucca, con l’apporto dell’Ufficio Provinciale del Lavoro, ha portato a termine un’articolata e complessa attività di indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lucca che interessava un’importante ditta di autotrasporti con sede nella Piana di Lucca.

I responsabili di tale ditta avevano posto in essere un illecito sistema mediante il quale riuscivano a portare a termine con i propri autoarticolati e in un’unica giornata, viaggi e spedizioni di lunga percorrenza nel territorio italiano, limitando fortemente i costi di gestione dell’attività.

polizia autostradaQuesto atteggiamento illecito ha consentito maggiori guadagni all’azienda ma di contro ha costretto gli autisti che si ponevano alla guida di tali autoarticolati a ritmi di lavoro e orari insostenibili (alcuni risultava che fossero impegnati in giornate lavorative che andavano oltre le 15 ore) con evidente pregiudizio per la sicurezza degli stessi dipendenti e di tutta la circolazione stradale che si riversa nella viabilità ordinaria e autostradale.

Inoltre si creava un sistema di illecita concorrenza rispetto a quelle ditte di autotrasporto che coscienziosamente hanno scelto di rispettare le regole con costi di esercizio necessariamente superiori.

Come emerso dalla complessa attività investigativa, l’attività di autotrasporto era di fatto gestita da due lucchesi uno di 66 anni e uno di 39 anni, insieme a un altro uomo di 37 anni che risultava però dalla documentazione cartacea della ditta l’unico amministratore.

camionIl meccanismo architettato dai due consisteva in estrema sintesi nel fornire quotidianamente, agli autisti impegnati in lunghi viaggi, un documento denominato “Modulo di controllo assenze del conducente” che attestava falsamente che il conducente era in ferie, in malattia o comunque non impegnato alla guida nei 28 giorni precedenti il viaggio in questione, al fine così di precludere qualsiasi tipo di controllo documentale su strada da parte degli organi di Polizia che, a quel punto non potevano chiedere all’autista alcuna documentazione relativa ai viaggi precedentemente effettuati dallo stesso e quindi non potevano accertare le violazioni.

Per evitare inoltre che il meccanismo venisse alla luce in occasione di eventuali controlli presso la suddetta Ditta da parte dell’Ufficio Provinciale del Lavoro o della Polizia Stradale,  periodicamente veniva denunciato il furto dei dischi cronotachigrafi inseriti sui veicoli, dai quali poteva essere ricostruita l’effettiva attività d’impiego degli autisti in relazione ai veicoli stessi.

poliziaNon se la passavano meglio i dipendenti impiegati presso la sede della ditta che dovevano lavorare “sotto l’occhio vigile” delle numerose telecamere installate in tutti i locali e controllabili anche in modalità remota dal I.D.D.; il primo addirittura controllava i dipendenti utilizzando il proprio tablet anche mentre si trovava lontano dall’azienda.

I tre soggetti sono stati denunciati alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lucca per vari reati tra cui falso, violenza privata, illecita concorrenza e la violazione delle normative sulla sicurezza nel lavoro mentre dall’attività di indagine si accertava anche la responsabilità di tre autisti della suddetta ditta che consapevolmente, in occasioni di controlli su strada da parte degli organi di Polizia, esibivano la falsa documentazione fornitagli dalla ditta.

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ultimo aggiornamento: 16-10-2015


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