VIAREGGIO. Si è conclusa nei giorni scorsi l’operazione “Scarabeo” (dal nome del coleottero noto per la sua incredibile pazienza e perseveranza), condotta dal Comando del Corpo di vigilanza del Parco regionale Migliarino San Rossore Massaciuccoli in collaborazione con il Nucleo operativo radiomobile dei Carabinieri di Viareggio.

L’operazione, che ha avuto origine a seguito di un intervento antibracconaggio compiuto nel comprensorio del Massaciuccoli nello scorso mese di marzo, si è sviluppata in una lunga indagine legata a numerosi episodi di furti e danneggiamenti avvenuti ai danni di cacciatori e pescatori nel comprensorio lacustre negli ultimi anni, lungo l’asse del canale “Le Quindici”, tra Viareggio e Torre del Lago; dopo che due viareggini, nel tentativo di fuggire ai controlli della Vigilanza del Parco, si erano ribaltati con l’imbarcazione nelle acque della palude, era infatti stato ipotizzato, a carico dei due soggetti, il possesso di beni oggetto di ricettazione, tra cui un’arma clandestina munita di silenziatore.

A seguito di successive perquisizioni domiciliari e sequestri compiuti nel mese di aprile, su delega dalla Procura di Lucca, anche nei confronti di una bilancia da pesca trasformata in appostamento di caccia abusivo, sono state sequestrate armi alterate, un piccolo arsenale di cartucce e polvere da sparo, reti da uccellagione, tagliole e perfino un esemplare di ghiandaia, oltre ad alcuni animali impagliati, appartenenti a specie protette.

Nel corso di tali perquisizioni, è stato inoltre notato il possesso sospetto di diverse imbarcazioni, motori fuoribordo, utensili da lavoro, ed altri beni. L’indagine successiva, condotta con pazienza e perseveranza, dopo aver ascoltato le testimonianze di decine di cacciatori e pescatori che avevano subito episodi di furto ed aver compiuto una moltitudine di atti burocratici conseguenti, ha permesso di ricollegare tali episodi al possesso di beni di sospetta provenienza illecita detenuti nelle abitazioni perquisite dei due viareggini coinvolti nell’episodio iniziale.

La Procura, sulla scorta delle indagini effettuate, ha quindi autorizzato quindi nuove perquisizioni e sequestri, nei confronti di quattro persone.

Nelle scorse settimane è stato poi condotto un blitz in collaborazione con i militari dell’Arma dei Carabinieri (anche in ragione del fatto che una parte delle abitazioni si trovava al di fuori dei confini dell’area protetta) che ha permesso non solo di giungere al sequestro dei beni oggetto d’indagine, tra cui altre armi e munizioni, ma anche di scoprire una “piantagione” di marijuana in un terreno nella disponibilità di uno dei viareggini indagati, posto in arresto dai Carabinieri, processato per direttissima e condannato agli arresti domiciliari.
I beni sequestrati, ovvero quattro imbarcazioni, motori elettrici e richiami di anatidi in plastica, sono stati catalogati ed immediatamente restituiti dai Guardiaparco agli aventi diritto; restano sotto sequestro, a disposizione dell’Autorità giudiziaria, la bilancia da pesca e le numerose armi e munizioni, oltre che vari registratori, tagliole e reti da uccellagione, sequestrati in quanto mezzi non utilizzabili per la caccia.

Essenziale, nella vicenda, il ruolo dei Guardiaparco a difesa dell’ambiente, che ha permesso, grazie alla collaborazione con i Carabinieri di Viareggio, di far luce su zone d’ombra di legalità nel Massaciuccoli, fuori e dentro il Parco regionale.

Il Corpo di vigilanza dell’Ente Parco, i cui componenti rivestono a tutti gli effetti la qualifica di agenti e ufficiali di polizia giudiziaria, è impegnato giornalmente nella prevenzione e nella repressione dei numerosi reati ambientali a carico dell’ecosistema del Parco. Proprio grazie allo svolgimento di tali compiti, ossia il controllo del territorio e la deterrenza di fatti illeciti, è stato possibile ottenere risultati positivi anche in altri ambiti: effetti “collaterali”, cioè, che raggiungono anche lo scopo di soddisfare cittadini colpiti da altri tipi di reato.

L’operazione di polizia giudiziaria è stata imponente ed è destinata a lasciare il segno per vari anni in un comprensorio, quale quello del lago di Massaciuccoli, in cui vari soggetti si vantavano di avere una sorta di “impunità”. Ciò contribuirà a far aumentare la collaborazione dei cittadini onesti con il Parco: è, questo, probabilmente, il risultato più importante.

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bracconaggio criminalità lago di massaciuccoli

ultimo aggiornamento: 17-10-2015


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