LUCCA. Nuova puntata di A Spasso con Galatea, la rubrica dedicata all’arte, alla cultura, alla storia e alle tradizioni della nostra Versilia, realizzata grazie a Stefania e Tessa del blog Galatea Versilia.

Tra qualche giorno (l’11 novembre) sarà S. Martino, santo che con la sua “estate” ci regala ogni anno splendide giornate di sole e un delizioso tepore primaverile.

Pensare a questo santo mi ha portato alla mente la cattedrale di Lucca (a lui dedicata) e il suo famoso labirinto scolpito nella pietra e collocato nel pilastro di destra del portico della facciata.

Alla sua destra un’iscrizione latina recita:

HIC QUEM / CRETICUS / EDIT DEDA – / LUS EST / LABERINT / HUS DEQ(U)- / O NULLU – / S VADER – / E QUIVIT / QUI FUIT / INTUS / NI THESE – / US GRAT – / IS ADRIAN – / E STAMI- / NE IUTUS
“Questo è il labirinto costruito da Dedalo cretese dal quale nessuno che vi entrò poté uscire eccetto Teseo aiutato dal filo d’Arianna”.

Non è assolutamente strano trovare un labirinto in un contesto religioso, anzi… pensate che durante il Medioevo questo elemento diventa un simbolo cristiano e inizia ad apparire frequentemente nelle chiese. Ma che messaggio si vuole trasmettere ai fedeli? La vita è insidiata continuamente dal peccato e solo seguendo gli insegnamenti della chiesa si può trovare la via d’uscita e la salvezza. Quindi la chiesa come una sorta di filo d’Arianna che guida Teseo (cioè noi) fuori dal labirinto.

Il labirinto lucchese è anche protagonista di una leggenda: pare che durante il periodo medioevale i condannati a morte fossero portati di fronte a questa pietra e se riuscivano a trovare l’uscita al primo tentativo venivano graziati.

Tessa Nardini, Galatea Versilia

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ultimo aggiornamento: 09-11-2015


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