VIAREGGIO. Se dicesse cose banali, non sarebbe lui. Lorenzo Fiale ha riscoperto la gioia di partire titolare in una gara di campionato, “perché in coppa i ritmi sono più bassi”. Da panchinaro di lusso a faro nella difesa a tre con Guidi alla sua sinistra e Visibelli alla sua destra. Piacevole, per i nostalgici, rivederlo in campo dall’inizio. Non si è limitato ad una semplice disamina dell’1-1 col Gubbio, ha analizzato ad ampio raggio un girone d’andata con luci ed ombre. “Ho trovato poco spazio, è vero, ma va ammesso che dietro la squadra aveva pochi problemi. Martedì il mister mi ha detto che aveva intenzione di cambiare qualcosa e che avremmo giocato con la difesa a tre. Io mi sono messo a disposizione e ritengo di aver giocato una buona partita pur non avendo il ritmo partita. Negli ultimi dieci minuti è stata dura, correvo con le orecchie ma non potevo mollare”.

Con la fascia da capitano al braccio il suo l’ha ampiamente fatto. E tornare protagonista dopo mesi in panchina non lo ha lasciato indifferente: “Avevo le farfalle nello stomaco, una bella sensazione. Purtroppo i primi mesi non stavo bene, mi ci è voluto un po’ per tornare in forma, poi è normale che se non giochi non trovi la condizione ideale. Adesso mi sento meglio e sono pronto a dare il mio contributo”.

Periodo buio, che lo aveva indotto a qualche riflessione: “Un paio di chiamate da squadre di Serie D le avevo ricevute – ammette -, e se non fosse stato perché alleno i bimbi, avrei anche pensato di andar via. Ma quando ci sono loro di mezzo, non si scherza”.

Fiale se l’è chiesto perché il Viareggio ha disputato un girone d’andata deludente. E si è pure dato una risposta: “Mancava un po’ di personalità, non solo in campo ma anche fuori. Non c’è un colpevole, tutti dobbiamo trasmettere qualcosa in più su quell’aspetto”.

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ultimo aggiornamento: 20-12-2015


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