VIAREGGIO. Bisogna fare un distinguo tra la partita di ieri (20 dic) e l’intero girone d’andata del Viareggio, perché i giudizi sono diametralmente opposti. Limitando l’analisi ai 90 minuti contro il Gubbio, va indubbiamente apprezzata la capacità di reazione della squadra di Pierini, dopo la sconfitta di Foligno che i suoi strascichi li ha lasciati (anche se nessuno lo confessa apertamente) e soprattutto dopo il momentaneo vantaggio degli eugubini firmato Zuppardo. Eppure tutto sembrava remare contro: il tecnico è stato costretto ad inventarsi di sana pianta una formazione che aveva fatto storcere naso e bocca a molti, prima del calcio d’inizio. Pierini ha rischiato, improvvisando Bartolini mediano e proponendo una difesa a 3 che non si vedeva dai tempi di Lucarelli. Ha avuto coraggio, ma d’altronde non poteva fare altrimenti. Sfidiamo chiunque a schierare un undici all’altezza senza Rosati, Rosa Gastaldo, Caciagli e Reccolani, gente abituata a dare del “tu” al pallone. Il Viareggio non solo ha evitato la seconda battuta d’arresto di fila, ma è pure andato vicino ad una vittoria che nel complesso avrebbe pure meritato. Che un attaccante come Benedetti servisse come il pane, lo si è capito – se ancora ce ne fosse stato bisogno – dopo dieci minuti dal suo ingresso in campo, con palo e gol dell’1-1. Pierini si gode la prestazione tutta carattere dei suoi e per il girone di ritorno sa che il 3-4-1-2 potrebbe diventare la regola e non l’eccezione, alternativa al 4-3-3. E’ opportuno però estendere il raggio delle considerazioni all’intero girone d’andata, chiuso con numeri da brividi: 21 punti in 17 partite, pochi gol subiti, è vero (l’exploit di Cipriani merita una menzione a sé), ma pochissimi segnati. Se Sciapi non la butta dentro, sono dolori (al di là dell’exploit di Benedetti). La classifica non fa sconti e non inganna. Le zebre, finisse oggi il campionato, si ritroverebbero a disputare i play-out con la Massese per rimanere in Serie D. Questo dato da solo è sufficiente per non far dispensare sorrisi al momento fuori luogo. Anche perché la società si attendeva ben altro, nonostante nessuno abbia mai parlato di lotta per il titolo. Il problema è che poche volte si è visto un Viareggio così gagliardo come quello di ieri. Troppo spesso la squadra è mancata proprio quando poteva e doveva compiere il salto di qualità, salire sul treno delle prime e fare l’impossibile per restarci. Alcuni pareggi equivalgono a sconfitte, per come sono maturati: Colligiana, Gualdo Casacastalda, Scandicci, Massese. Punti gettati al vento inavvertitamente. Per mancanza di personalità e spesso pure di qualità, con prestazioni avvilenti per la pochezza del gioco e per la cronica incapacità di finalizzare le palle gol create. Un giocatore come Buglio avrebbe fatto comodissimo: per il suo carisma, per la finezza con cui tocca il pallone, per la sua abilità sui calci piazzati, arma che quest’anno il Viareggio non ha mai sfruttato. Le zebre per il girone d’andata disputato meritano un 5 pieno. Una bocciatura che resta tale al netto delle attenuanti. D’altronde,  quando ci si ritrova a sguazzare nelle fangose acquew della bassa classifica, significa che qualcosa (in questo caso, parecchio) è andato storto. 

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ultimo aggiornamento: 21-12-2015


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