FORTE. Il primo scudetto non si scorda mai. E neppure il secondo, perché vinto contro gli acerrimi rivali del Cgc. Più lottato, più combattuto e per questo più bello. Per il Forte dei Marmi il bis da sogno si è trasformato in realtà soltanto dopo cinque gare. Una finale lunga, estenuante e con un colpo di scena dopo l’altro. Lo volevano tutti il derby. E nessuno voleva perderlo. I rossoblu avevano visto sfumare in sequenza la Coppa Italia e l’Eurolega. Per non rimanere con la pancia vuota, restava solo il tricolore. Sulla panchina non più Roberto Crudeli – da cui il Forte aveva divorziato a stagione in corso – ma Jordi Valverde, chiamato a traghettare la squadra verso uno scudetto che solo lei poteva farsi sfuggire. D’altronde, con gente come Pedro Gil, Torner, Cancela, Stagi, Orlandi, Motaran e Verona in organico, pensare che i favori del pronostico ricadessero altrove era del tutto sbagliato.

Una regular season dominata, terminata al comando con 7 punti di vantaggio sulle inseguitrici. E per questo un primo turno play-off più agevole, in teoria. Col Pieve 010 arrivano due successi: uno sofferto, di misura (4-3), l’altro assai più netto e convincente (5-1). Secondo ostacolo verso il tricolore-bis è il Trissino, che ai quarti aveva estromesso il Valdagno, sconfitto dai rossoblu nella finale scudetto del 2014. Anche in questo caso, nessun bisogno di ricorrere a gara-3. Il Forte si impone 6-2 in Veneto e 8-5 in casa, manifestando la propria superiorità e lanciando messaggi chiarissimi a Cgc e Breganze, opposte nell’altra semifinale.

A contendere il titolo ai rossoblu saranno proprio i bianconeri. La finale più attesa, che scatena l’inevitabile rivalità tra le due tifoserie, che la propria squadra del cuore non la possono seguire in trasferta, come imposto dalla Prefettura. In gara-1 al PalaBarsacchi a vincere è il Forte 7-4. Al termine del match qualcuno (ad oggi non ancora identificato) dall’esterno del palazzetto lancia una bottiglia contenente olio esausto verso lo spogliatoio dei rossoblu, infrangendo un vetro. Le schegge colpiscono, per fortuna in maniera non grave, Stagi, Mattia Verona ed il massaggiatore.

Tra polemiche infinite, lo spettacolo va comunque avanti. La contesa si sposta al PalaForte, dove Gil e compagni in gara-2 rimediano un inaspettato e fragoroso tonfo (1-6), riscattandosi però in gara-3, riportando così la serie a proprio favore. Il quarto match va in scena nel silenzio assordante del PalaBarsacchi. Ingresso vietato ad entrambe le tifoserie. Il Cgc, complice un primo tempo da urlo, rovina i piani del Forte e rimanda tutto all’ultima e decisiva sfida sulla pista di Vittoria Apuana. La squadra di Valverde non ripete gli errori commessi nelle precedenti uscite e piega i bianconeri 7-2. Come un anno prima, il palazzetto diventa teatro della festa per un nuovo titolo, il secondo consecutivo, speciale per mille motivi. A differenza del 2014 però i versiliesi non centrano la Supercoppa, superati sempre in casa dal Breganze. Un neo che non altera il valore di un’impresa a suo modo storica.

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ultimo aggiornamento: 31-12-2015


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