VIAREGGIO. Il Partito Liberale di Viareggio prosegue la raccolta di firme contro il progetto del forno crematorio a Torre del Lago, definito “inceneritore di cadaveri voluti da un’amministrazione con cui non hanno niente da spartire”.
“Invece di pensare al futuro turistico di Torre del Lago, si pensa ad un suo sviluppo post mortem perchè in effetti, pensandoci bene la frazione che si affaccia sul Lago di Massaciuccoli, è già morta” è il commento di Maurizio Rosellini, esponente del Pli:
“Invece di pensare al turismo, ed in particolare a quello gay di cui siamo stati i precursori, si intende realizzare un forno per incenerire le povere salme in una frazione di 20mila anime, frazione a forte vocazione turistica perchè altro Torre non ha. Ha Puccini ed il melodramma italiano, la musica, l’arte di quell’epoca che divide ovviamente con Viareggio, ha un Lago che andrebbe salvaguardato e invece da mezzo secolo ci si son ricamati solo convegni e parole di alto tenore… ma che poi son rimaste lettera morta.
“Torre del Lago piccola frazione che vorrebbe tanto una sua autonomia da Viareggio, con strade piccole, strette, a volte di difficile accesso si dovrebbe sobbarcare (come minimo) il carico di tutta la Toscana del Nord e poi chi sa magari anche una parte di Prato, Pistoia e Firenze. Insomma chi vuol l’urna con le ceneri del caro estinto verrebbe qua e non più a Livorno o a Carrara. Con tutte le difficoltà che si sono per raggiungere il Gran Teatro, ora si vogliono sommare quelle per l’estremo saluto incenerito alle salme.
“Pensiamo invece a risollevare le sorti del turismo balneare, pensiamo piuttosto a migliorare la viabilità interna laddove sia possibile, pensiamo a tenerla con miglior decoro e a potenziarne le strutture alberghiere e dei campeggi creando intorno al nome di Puccini ancora più eco.
“Non riduciamo Torre del Lago a un forno crematorio, ricettacolo di malavita e quanto di peggio ancora a queste amministrazioni venga in mente di negativo. Meritiamo di più, molto di più di tutto questo. Non inceneriamo quel poco che ci è rimasto”.
