MASSAROSA. A Massarosa, il mondo dell’associazionismo sociale, culturale e sportivo è in questi giorni in trepidante attesa del nuovo regolamento delle sagre per poter definire il nuovo calendario 2016. Ma, per le categorie economiche interessate dalla somministrazione cibi, cresce il malcontento. L’Amministrazione ha iniziato un percorso che avrebbe portato lunedì 29 febbraio all’approvazione del nuovo regolamento in consiglio comunale, ma il processo si è interrotto a causa della preoccupazione delle categorie economiche e in particolare dei ristoratori. In programma infatti, per partire, 310 giorni di sagre su 365 giorni dell’anno. Come dire a Massarosa non ci sarà una sagra attiva giusto un paio di mesi l’anno.

I ristoratori, pur nel pieno appoggio alle attività sociali, chiedono una regolamentazione del fenomeno per non danneggiare le proprie attività nei periodi estivi, quando il turismo è più attivo sul territorio con le seconde case e le strutture alberghiere che si riempiono. Chiedono che sia ben delineata la distinzione fra attività di ristorante e sagra al fine di non creare una concorrenza impropria alle attività economiche in periodi ancora così difficili.

 

COSA PREVEDE IL NUOVO REGOLAMENTO DELLE SAGRE

  1. Identifica 6 aree dove complessivamente si possono svolgere fino a 310 giorni di Sagre
  2. Definisce che le sagre possono svolgere la loro attività dal 1 aprile al 31 ottobre
  3. Identifica 14 sagre storiche che possono avere una durata di 15 giorni da inserire in un calendario annuale
  4. Da la possibilità di aggiungere nuove sagre della durata di 15 giorni in accordo con quelle presenti e secondo parametri territoriali
  5. Concede la possibilita di richiedere Sagre straordinarie in deroga al Calendario e autorizzate dalla Giunta
  6. Crea le FESTE che aggiungono, oltre alla realizzazione di una sagra di 15 giorni, la possibilità ad ogni associazione di realizzare altri 9 giorni di festeggiamenti (3 richieste da 3 giorni)
  7. Concede alle sagre un menù da 15 portate
  8. Concede alle sagre la possibilità – come i ristoranti – di effettuare il servizio al tavolo

 

 La protesta

Questa iniziativa ha portato un vero e proprio scompiglio fra gli operatori economici che hanno chiesto a Confcommercio e Confesercenti di spendersi per una medizione. Alcuni di loro interpellati hanno confermato il pieno appoggio alle attività del terzo settore ma che il fenomeno delle Sagre sta diventando ormai tanto dilagante che nessuna amministrazione riesce a controllare e arginare. La nobile funzione dell’autofinanziamento per la vita delle associazioni è sostenuta e supportata da tutta la popolazione affinché molti dei servizi – anche tagliati dallo stato – vengano effettuati, ma da li a trasformare le feste di paese in veri e propri ristoranti crea un danno certo ad un tessuto economico che poi è lo stesso che sostiene il volontariato. Le sagre oggi cercano in ogni modo di soddisfare gli avvventori senza alcuna limitazione, con una vastità di pietanze e di spettacoli che un ristorante non si può permettere sia dal punto di vista normativo, del personale e fiscale. Da qui le proteste e le obiezioni.  Confcommercio e Confesercenti  dichiarano che si debba trovare un punto di equilibrio e che un regolamento del genere sia troppo sbilanciato verso le associazioni e per questo hanno chiesto in incontro urgente con l’amministrazione.

 

 

 

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ultimo aggiornamento: 02-03-2016


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