VERSILIA. Nuovo appuntamento con FeliceMente, la rubrica di VersiliaToday dedicata alla mente e alla sua conoscenza, curata dalla dottoressa Valentina Aletti. Questa settimana l’articolo è firmato da Federica Piccinelli, psicologa, specializzanda in psicoterapia familiare e relazionale.

Cosa farò da grande?

Febbraio: mese che segna la metà dell’anno di un percorso scolastico. Periodo di valutazione per quei ragazzi che stanno finendo un ciclo per cominciarne uno nuovo.

Mi riferisco ai giovani ragazzi che si trovano a scegliere la scuola superiore e a quelli che devono trovare la loro strada attraverso l’università.
Allo stesso modo, ai ragazzi che questi nuovi percorsi li hanno cominciati, e che iniziano a valutare quella che è la strada che hanno scelto di percorrere.. ma quanto, quella scuola o percorso di studi, si sposa con le attitudini, interessi, valori o desideri personali?

Non è sempre facile capirlo subito e non è sufficiente essere informati sulla qualità della scuola o sulla quantità di “lavoro a casa” che richiede ciascun indirizzo di studio. Spesso può succedere che si scelga una scuola piuttosto che un’altra perché presi dall’incertezza e influenzati da “condizioni esterne”, che anche se importanti, poco si conciliano con ciò che intimamente si vorrebbe fare da grandi.

L’indirizzo di una scuola superiore è meno carico di pressioni e il ragazzo/a può tentare di provare una scuola piuttosto che un’altra perché ancora deve crescere e ha tempo per potersi chiarire quanto quell’“ambiente” gli si addice. La famiglia in questo campo ha un valore prezioso nell’aiutare il giovane ragazzo a diventare un futuro giovane adulto, che riesce a sentirsi padrone delle sue possibilità anche prospettando i rischi ed i vantaggi nella scelta di quella professione e la sua applicabilità nella realtà.

L’università però appare talvolta come un momento cruciale, in cui, abbracciare una linea di pensiero, può significare chiudersi le porte per un’altra che si sente essere altrettanto congeniale ed opportuna. Tanti sono i dubbi, tante le perplessità: il ragazzo può sentirsi smarrito di fronte alla moltitudine di atenei e corsi diversi.
Il cambiamento non è da poco in effetti, se si pensa all’intimità che si era creata nelle, ancora poco numerose, classi della scuola superiore, ai contatti che la famiglia aveva con la scuola, al rapporto con i professori.. il tutto aveva una connotazione più “familiare” rispetto alla sconosciuta, e forse più dispersiva, dimensione universitaria. Può succedere che dopo un po’, il ragazzo che la frequenta, si senta disorientato, scoraggiato e che cominci a nutrire pensieri di abbandono per quella strada, a causa della complessità e dell’indecisione rispetto alla propria scelta.
Al contrario può succedere che presi da una serie di motivi, si creda che sia indispensabile proseguire nel corso di studi per ottenere quel titolo “a tutti i costi”. Questo può succedere perché si pensa che “ormai il percorso si è cominciato” anche se è da tempo che non lo si sente più nelle proprie corde, precludendosi la possibilità di sperimentarsi ad entrare nel mondo del lavoro, perché troppo spaventa. Rinunciando a cercare di capire ciò che più si desidera veramente.

Sarebbe importante che i genitori potessero riflettere su quello che è stato il loro percorso per capire quanto e come poter aiutare il figlio, sollecitandolo a sperimentarsi e a tentare, mai a rinunciare. Mi viene in mente il dialogo tra padre e figlio nel film “La ricerca della felicità”:
“Non permettere mai a nessuno di dirti che non sai fare qualcosa. Se hai un sogno tu lo devi proteggere. Quando le persone non sanno fare qualcosa lo dicono a te che non la sai fare. Se vuoi qualcosa, vai e inseguila”…

E’ per questo che ritengo che dedicare e spendere un po’ di spazio mentale, nel tentativo di comprendere quello che è il migliore “vestito” da indossare, sia molto importante in questa delicata fase della vita. Senza considerare che poi che questa scelta oggi si intreccia con la difficile e complessa situazione economica che il nostro paese sta vivendo.
Ecco che allora in questa incertezza, potrebbe rivelarsi interessante scoprire qualcosa in più su di sé, in modo da affrontare, con più consapevolezza, il percorso verso il proprio futuro.

Federica Piccinelli

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