VIAREGGIO. Il nono posto di Massimo Breschi tra i carri di prima categoria, per usare un eufemismo, non ha convinto tantissimi viareggini. Neppure Michele Gemignani, direttore della Filarmonica Pacini-gruppo folkloristico La Sorgente di Quiesa che si è esibita dal vivo proprio sul carro di Breschi.

“Circa un anno fa Massimo Breschi mi ha chiesto di partecipare ad una sua idea – un carro classico di Carnevale, con tanto di banda che suonava”, scrive Gemignani in una lettera. “Ne sono stato subito entusiasta: l’idea di tornare alla vera tradizione del Carnevale Viareggino, fatta di carri allegorici e un messaggio di spensieratezza, era bellissima ed ho accettato immediatamente. Abbiamo messo tanto impegno in questo progetto. Un anno dopo i risultati: nono posto.

“Carissimi Viareggini, il Carnevale nasce fin dall’antichità come periodo di divertimento prima di entrare nella Quaresima: ci si divertiva a Carnevale perché ridere è celebrazione della vita e grazie alla magia della cartapesta è diventato un meraviglioso spettacolo. Questo è ciò che coraggiosamente Massimo Breschi ha riproposto: la positività, il sorriso, la musica dal vivo. In pratica, tutti gli ingredienti per il quale il mondo intero ha conosciuto e riconosciuto Viareggio. Ecco cosa è stato il carro ’52 sfumature di Carnevale’.

“Io ho visto la gente sorridere, coinvolta, battere le mani a tempo di musica: le tribune erano felici di vedere di nuovo degli strumentisti sopra un carro.

“Il Carnevale di Viareggio non presenta più il suo volto autentico, ma sta cercando di adattarsi al gusto delle giurie. Da anni propone mostri, guerrieri, cattiveria, grinta, musiche assordanti, chi più spara musica alta più si impone. Tutto si omologa ai videogames che come la televisione presentano solo l’aspetto violento e aggressivo dell’umanità, senza più mantenere il messaggio principale del carnevale, fatto di sorriso, di burla, di leggerezza.

“Lo spirito viareggino autentico,con i carri di cartapesta, la musica dal vivo, la gioia, l’ironia: questo è il Carnevale. Siamo gli unici ad avere questa tradizione e la stiamo cambiando invece di imporla e difenderla.
L’incoerenza di premiare il carro di Breschi come premio per la tradizione e allo stesso tempo relegarlo in nona posizione parla da sola. Breschi è stato punito in classifica ma è anche stato premiato perché ha avuto il coraggio di tornare alla tradizione. Rendiamoci conto! Abbiamo proposto il Carnevale di Viareggio al mondo e da Re siamo diventati sudditi.

“Cosa dovrà fare per vincere il prossimo anno Breschi? Si dovrà adeguare a quello che vuole la giuria? Messaggi di violenza, di dolore, di paura, musica tenebrosa e a volume insopportabile. Questa è la realtà: ci dobbiamo adeguare ai ‘cervelloni’ della giuria per sopravvivere, a quella giuria che di viareggino non ha e non conosce niente. Il sondaggio della gente dava il carro di Breschi tra i primi cinque, almeno. Il Carnevale è un prodotto di Viareggio, a chi lo abbiamo messo in mano?

I”l mio è lo sfogo di una persona vera, di uno che fa musica dal vivo, magari anche con qualche microfono che fischia o con qualche stecca, ma che comunque si mette in gioco.

“Cartapesta e carnevale sono praticamente sinonimi: come si può accettare un carro di protesta all’inquinamento fatto con elementi in vetroresina? Come si può accettare musica a 1000 decibel di volume per zittire gli altri? Chi vale basta che sussurri per essere ascoltato e chi ha il coraggio di mettersi in gioco dal vivo e con gli elementi della tradizione va premiato, non punito”.

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