Ha il sentore di riuscire a lasciare il bilancio in pareggio, nonostante gli incassi al di sotto delle aspettative. E, tenendo conto dell’utile di 350mila euro con cui è stato approvato il consuntivo 2015, verrebbe da credergli. Questo è l’ultimo compito che attende Stefano Pozzoli, commissario straordinario della Fondazione Carnevale il cui mandato terminerà a fine mese.

“Conto di far pari”, dichiara al termine della cerimonia delle premiazioni in Cittadella. Come sia possibile, tenendo conto che i corsi mascherati hanno incassato circa mezzo milione di euro in meno rispetto alle previsioni, lo spiega lui stesso: “Abbiamo approvato, nel piano di riequilibrio, 233mila euro di contributo comunale stanziato sia per l’edizione 2015 sia per quest’anno, per un totale di 466mila euro.

“A questi vanno aggiunti dei risparmi significativi fatti sulla pulizia straordinaria, di cui si è fatto carico il Comune, sul numero di addetti alle biglietterie e alle porte e sulle operazioni di allestimento del circuito.

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“C’è poi la diatriba legale con la Libecciata: ci sono stati pignorati 400mila euro, alla fine la sentenza di primo grado di chiederà di pagarne 39mila a titolo di risarcimento”. La vera incognita, e questa è ormai una costante degli ultimi anni, riguarda il futuro: per il 2017 il presidente della Regione Enrico Rossi ha già promesso un contributo da un milione di euro. E poi? “E poi c’è da aspettare il bando ministeriale. Una cosa è certa: non lascio in eredità un Carnevale con un buco nei conti. Anche se speravo in un utile più massiccio. Purtroppo il Carnevale dipende in buonissima parte dalle condizioni meteo: io credo che il mezzo milioni di mancati incassi si spieghi soprattutto così”.

A proposito di numeri: qualcuno contesta a Pozzoli di aver ridotto una festa popolare come il Carnevale a calcoli e algoritmi, caricandolo di freddezza. “Veramente le analisi del successo, della popolarità di una manifestazione si basano sui numeri. E quelli del Carnevale parlano di oltre 24mila abbonati e di 5mila maschere, per non parlare dell’indotto: poi se uno vuol fare della filosofia faccia pure…”.

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Nell’analisi della sua esperienza viareggina Pozzoli mette sul piatto della bilancia cosa ha funzionato e cosa, invece, non ripeterebbe: “Ciò che mi rimprovero di più è stato sicuramente il Carnevale estivo a Città Giardino, pur nato con buone intenzioni: è un evento che ha senso solo se porta soldi. Le scelte più felici sono state, invece, la sfilata conclusiva di sabato sera e la reintroduzione del meccanismo degli avanzamenti e delle retrocessioni, perché la qualità delle costruzioni è aumentata”.

Sulla questione del calendario spostato avanti di due settimane, poi, Pozzoli dice di non avere nulla da rimproverarsi: “La polemica dello sforamento in Quaresima non regge: basti vedere che il quinto corso, quello di fatto più lontano dal Martedì Grasso, aveva fatto registrare un boom di partecipazioni. Purtroppo il tempo non ci è stato di aiuto”. E su quelle future? “Lo scorso anno le annunciai con largo anticipo, è vero. Ma stavolta è diverso: il mio incarico volge al termine, perciò deciderà chi prenderà il mio posto. Dopo due edizioni di commissariamento, che per definizione è una patologia, Viareggio e il Carnevale devono tornare alla normalità”.

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ultimo aggiornamento: 13-03-2016


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