VIAREGGIO. “Pèso el tacòn del buso: è un adagio veneto che si può tradurre con ‘Il rammendo è peggiore dello strappo’. Il proverbio mi è venuto in mente quando ha appreso le linee generali del progetto di trasformazione dell’Azienda speciale pluriservizi in una società a responsabilità limitata”. Lo scrive in una nota Mario Terrile, ex componente delle Farmacie Comunali ed ex presidente dell’Asp dal 2008 al 2013.

“Leggo con preoccupazione crescente che l’amministrazione comunale vuole modificare la ragione sociale di Asp in una Srl. Perché? Per darle maggiori compiti, aggregare rami d’azienda, imbarcare lavoratori e servizi della Patrimonio, in via di fallimento. Tutto questo senza un piano finanziario alla luce del sole, senza che la città sappia che cosa l’amministrazione comunale vuole fare di una delle poche eccellenze del settore pubblico a Viareggio. Ricordo che l’Azienda delle Farmacie comunali – la progenitrice di Asp – è nata nel lontano 1947. L’azienda è sempre stata in attivo e per lungo tempo ha passato al Comune il 90% dei propri utili. Poi strada facendo è cresciuta, sempre mantenendo un equilibrio di bilancio sano.

“Mi va bene difendere l’occupazione, ma non vorrei che per tutelare 32 persone si creasse un danno a un’azienda come Asp che ha già 170 dipendenti, che dovranno mantenere il loro contratto di categoria. Come verranno pagati questi nuovi assunti? Cosa si vuole fare? Curare i mali di Viareggio o procurarne altri? Non c’è trasparenza nell’operato della giunta comunale, si ha l’impressione che dietro a scelte di cui si fatica a comprendere la logica ci siano poteri forti che puntano alle privatizzazioni. Ricordo che la Patrimonio è stata creata per mascherare i primi segnali del dissesto finanziario dell’ente pubblico, ma ha finito per contribuire alla bancarotta del Comune. Per salvare i dipendenti della Patrimonio (molti dei quali sono stati assunti senza concorso) si rischia di danneggiare un’azienda che funziona, crea ricchezza e garantisce servizi adeguati.
Reputo particolarmente allarmanti i segnali che fanno intravedere la possibilità di privatizzazione delle farmacie comunali, mettendo sul mercato il 49% della società.

“Abbiamo davanti a noi l’esempio di Lucca: nelle ex comunali lucchesi il privato fa e disfà a secondo logiche di mercato, e il Comune non ha nessuna voce in capitolo. Quando ero presidente mi sono sempre opposto all’ipotesi di alienazione di quella che può essere considerata la cassaforte del Comune di Viareggio: e tutto il Cda è stato d’accordo con me. Anzi, abbiamo aperto tre Centri di servizio con il Cup – alla Migliarina, all’ex Campo d’aviazione, al presidio sanitario Coop e in ultimo a Torre del Lago -, abbiamo trasferito la farmacia della Migliarina in una sede più idonea, abbiamo inaugurato una parafarmacia presso la Coop, con la prospettiva di sviluppi futuri. Le farmacie pubbliche svolgono un ruolo importante perché hanno sempre avuto a cuore l’interesse delle famiglie viareggine, cederle non ha alcun senso.

“La città dovrebbe farsi sentire per difendere una delle sue risorse migliori. Perché questo non accade? I miei concittadini, in un impeto di autolesionismo, hanno affidato la città a un ‘commissario’ esterno che non ha esperienza diretta della storia di Viareggio, delle sue prerogative, dei suoi tanti problemi ma anche delle sue ricchezze. E non si venga fuori con il solito argomento ricattatorio secondo il quale noi viareggini abbiamo perduto il diritto di parola perché la classe politica locale ha provocato il dissesto. Non risulta che in altre città col bilancio dissestato il governo sia stato affidato a ‘competenze’ esterne”.

(Visitato 188 volte, 1 visite oggi)
TAG:
asp mario terrile viareggio

ultimo aggiornamento: 19-03-2016


Il Pd: “Sulle partecipate Del Ghingaro stavolta ci ascolti”

“Le delibere con il ‘no’ dei revisori dei conti non si votano”