di Laura Cortopassi – MASSAROSA. Occhi stanchi, passo lento, un sorriso che illumina la strada. Si chiama Gerald Emeka Onogolu e viene dalla Nigeria. È un ricercatore laureato in Biologia con specializzazione in Microbiologia che scrive poesie per diletto. E vende ombrelli nei giorni di pioggia.

 Era partito per l’Italia in cerca di un futuro migliore rispetto a quello che poteva offrirgli il suo paese natio che, dal 2002, vedeva radicarsi e affermarsi Boko Haram, il gruppo estremista islamista. Emeka crede di poter cambiare la sua vita portando le sue competenze in Italia, paese in cui però sta prendendo piede il fenomeno denominato “fuga di cervelli”.

 Emeka, ventenne e ambizioso, viene nel paese degli spaghetti, certo di trovare buona fortuna, sicurezza e sorrisi raggianti come il suo. Ottiene il permesso di soggiorno e successivamente la residenza a Mantova e inizia a mandare curriculum, invano.

foto VT
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 Dopo 14 anni, dottore, ricercatore, immigrato, sposato con figli, scampato ai massacri, in buona salute e con il “mal d’africa” è uno di quei ragazzoni di colore con il borsone pieno di canovacci e calzini colorati a cui continuiamo a dire “no, grazie”; noi sbuffiamo perché ci annoia la sua presenza, lui ci ammira perché in qualche modo siamo la sua salvezza, e un giorno fummo la sua speranza. Avrebbe voluto lavorare negli ospedali italiani, avrebbe voluto indossare il camice, immaginava una vita di “sì, dottore”, e invece attualmente abita a Massarosa e con gli occhi sinceri di chi non si arrende dice felicemente “sono qua, cerco lavoro, intanto compra questo, è bello, io così porto la cena a casa” e poi con un guizzo di quel vecchio sogno che ogni tanto fa capolino chiede: “tu puoi aiutarmi a trovare un vero lavoro?”

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ultimo aggiornamento: 19-03-2016


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