“Le compagnie petrolifere pagano i diritti di estrazione, le royalties, in base al quantitativo estratto, in ragione dell’1%. Se non estrai non paghi nulla e alcuni pozzi sono vicino all’esaurimento: una volta esauriti devono essere rimossi e tutto quanto risistemato come prima, compreso eventuali bonifiche degli inquinamenti prodotti”. Così scrive in una nota il Movimento 5 Stelle di Pietrasanta a proposito del referendum di domenica 17 aprile, schierandosi per il Sì.

“Questa cosa ha costi enormi che le compagnie non vogliono sostenere per cui spesso cosa fanno? Chiedono un proroga come se dovessero/volessero estrarre altro petrolio o gas, poi ovviamente non lo fanno, perché non ce n’è più tanto se non estraggono, non pagano niente.

“Così facendo rimandano all’infinito la spesa per la bonifica del luogo, lasciando in mezzo al mare una torre arrugginita che prima o poi crollerà sul fondo del mare.

“A quel punto il recupero dei rottami e la bonifica ricadranno sullo Stato, cioè sulle tasche dei cittadini.
Anche questo è uno dei motivi della modifica di legge voluta da Renzi nello ‘Sblocca Italia’ che va abrogata.

“A chi ci vorrebbe in vacanza domenica rispondiamo che ci vergognamo di avere un governo che non accorpa elezioni amministrative e referendum, sperperando centinaia di milioni dei cittadini: invitiamo tutti a dare un segnale forte andando a votare Sì il 17 aprile”.

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movimento 5 stelle referendum trivelle

ultimo aggiornamento: 14-04-2016


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