Si è chiusa una stagione che tanto somiglia a quelle medicine dal sapore amaro e quindi sgradevoli. Evidentemente, dopo i bagordi per il trionfo in Eccellenza, la società riteneva necessario un anno di transizione, visto che non ha drammatizzato per aver raggiunto la salvezza. Lo aveva fatto capire. Sì, ma indirettamente. “Partiamo con l’obiettivo di far bene” è una frase che significa tutto o niente, che si presta alle più svariate interpretazioni.

“Nessuno ha mai parlato di play-off”, ha più volte ribadito Pierini. Vero, ma neppure apertamente di “limitarsi” ad evitare i play-out. Comprensibile che alcuni tifosi avessero aspettative più alte, perché al di là dei proclami di inizio stagione che lasciano il tempo che trovano, cominciare un campionato con un difensore come Guidi che in carriera ha disputato tre campionati di Serie B ed una gemma preziosa come Rosati faceva legittimamente sperare in qualcosa di più.

Eccolo, l’ingranaggio rotto. A Pierini si potranno muovere diverse critiche, ma mettiamoci nei suoi panni: il giocatore migliore, quello che voleva con sé anche dopo la breve, seppur intensa parentesi di Camaiore, ha passato più mesi in infermeria che in campo. Su di lui il tecnico del Viareggio aveva fatto concretamente affidamento, schierandolo in origine esterno nel 4-3-3 e poi nel finale, quando ormai niente contava più, dietro le due punte. 

E così Pierini si è ritrovato costretto a rivedere forzatamente i suoi piani: nella finestra inverale sono arrivati Benedetti e Rosseti, troppo diversi da quel fantasista che ha dimostrato, spesso e volentieri, di poterle risolvere da solo, le partite. 

A questa squadra Rosati è mancato dannatamente. Così come Buglio. Ma qui di mezzo non ci si è messo il destino, né la sfortuna. Una scelta precisa è stata compiuta: il fuoriclasse non è stato ritenuto indispensabile ed è stato liberato. Una mossa scellerata, le cui conseguenze (devastanti) si sono manifestate da subito. Per la serie: “Chi è causa del suo mal…”. 

Una confusione tecnico-tattica che ha raggiunto il suo culmine ad inizio anno, quando la società aveva ufficializzato Mounard (stesso ruolo e stessa età di Buglio), trasferimento poi saltato per questioni burocratiche. E da lì, la repentina virata su Rosseti. 

Un Viareggio scostante, capace di mostrare il volto peggiore di sé (il 4-0 di Piancastagnaio genera ancora vergogna al solo pensiero) e poi quello migliore (il 2-1 al Montecatini in nove contro undici resta la pagina più bella di questa stagione e non solo…) in appena sei giorni. Viene lecitamente da chiedersi come sia possibile. Ma forse, a questo punto, non ne vale neppure la pena.

Per il secondo anno consecutivo la squadra ha centrato l’obiettivo che la dirigenza aveva (tacitamente) posto. Quindi, tutto è bene quel che finisce bene. Forse. E il futuro? Gli interrogativi sono molteplici. Pierini resta o se ne va? La società si accontenterà di un’altra stagione ai margini o punterà più in alto? Se così fosse, quanto più in alto?

Per la risoluzione del dilemma legato al tecnico è questione di giorni. Una decisione da ponderare con scrupolosa attenzione e dalla quale dipenderanno poi tutte le scelte di mercato. Sapendo che alcuni giocatori della rosa attuale possono rappresentare una incoraggiante base di partenza per la prossima Serie D. Sempre che la società abbia intenzione di tenerli. Scontato? Affatto. L’affaire Buglio insegna… 

 

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ultimo aggiornamento: 09-05-2016


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