Lo scorso venerdì, insieme ad una delegazione di assistenti ai bagnanti, la segretaria generale della Filcams Cgi, Valentina Gullà, ha incontrato la Capitaneria di Porto per discutere in merito a temi di fondamentale importanza per la sicurezza dei bagnanti e degli addetti al salvataggio. Sono state affrontate questioni di carattere generale come i criteri di rilascio del patentino, che è possibile conseguire fin dai 16 anni di età – con tutto ciò che tale impostazione potrebbe comportare nel momento in cui dovessero verificarsi incidenti o inadempienze – e che non prevede esami specifici con i quali si possa verificare il persistere dell’idoneità fisica dell’assistente ai bagnanti con il passare del tempo.

Si è poi discusso dell’omologazione dei mezzi di salvataggio e dell’adozione della rescue board e dei dispositivi gonfiabili come marsupi e giubbini. In merito a questi ultimi la Capitaneria si è impegnata perché nella prossima ordinanza di sicurezza balneare, che dovrebbe essere emanata per la prossima stagione, si preveda l’obbligatorietà.
Per la stagione in corso verrà diffuso un vademecum in cinque lingue negli stabilimenti balneari e nelle strutture ricettive.

Restano aperte l’annosa questione della cosiddetta “isola” che prevede la possibilità degli stabilimenti di consorziarsi facendo sorvegliare ad un solo assistente ai bagnanti un fronte mare fino a 80 metri. “Rispetto a questo porteremo avanti la battaglia a livello regionale affinché vengano ridefiniti i parametri”, fa sapere Gullà. “Lo stesso dicasi per il calendario della balneazione – attualmente dal 15 giugno al 15 settembre – che, come ripetiamo da tempo, deve essere esteso per la tutela dei bagnanti anche a inizio giugno e fine settembre.

Ma se l’incontro in Capitaneria è servito ad approfondire questioni di natura tecnica legate alla sicurezza, altrettanto importante è che “si affronti la questione dei diritti di chi lavora in questo settore. Tema che la delibera regionale sulle concessioni demaniali non ha nemmeno sfiorato, regolamentando ancora una volta sempre e soltanto gli interessi di chi investe sull’arenile e non di coloro che rastrellano, dipingono staccionate, sorvegliano i bagnanti e già in condizioni di forte deregolamentazione non vedono tutelati i propri diritti nemmeno per quanto attiene alla continuità occupazionale.

“Come se già non bastassero le iniquità della Naspi, rispetto alle quali pensiamo che gli onorevoli eletti a livello provinciale debbano prendere una posizione chiara. Chiediamo regole e garanzie maggiori sulla professionalità degli assistenti ai bagnanti e sulla sicurezza, perché non è accettabile che la discussione continui a vertere sempre e soltanto sulla durata delle concessioni e non sulla qualità del lavoro. Se per ottenere la proroga delle concessioni i balneari fossero tenuti a dimostrare di non aver avuto vertenze forse qualcosa inizierebbe a cambiare”.

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ultimo aggiornamento: 17-05-2016


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