La vittoria è loro, dei ragazzi del Muraglione. Di chi li allena (Stefano Santini meriterebbe una statua per tutto ciò che ha trasmesso in campo e prima ancora fuori), di chi Vbs4li sostiene a parole e coi gesti. Non è della città, neppure di chi si è accorto di loro nel momento più semplice possibile, il giorno della finale di Champions League. Euro Winners Cup sarebbe la denominazione corretta. In certe circostanze la forma si lascia volentieri da parte, si preferisce la sostanza. Il Viareggio è campione d’Europa. Una frase da ripetere come un mantra. Una, dieci, cento, mille volte. E poi ancora. Sino allo sfinimento.

Da Matteo Valenti e dalla sua ingiusta, prematura morte è iniziato un cammino che ha portato quei viareggini che indossano, fieri e valorosi, la maglia bianconera, dove neppure potevano immaginare. “C’è nelle cose umane una marea che colta al flusso mena alla fortuna: perduta, l’intero viaggio della nostra vita si arena su fondali di miserie”. In questo breve, ma significativo passaggio del “Giulio Cesare” di Shakespeare è riassunta l’essenza di un gruppo che ha compreso che non bastano il tocco leggiadro, la finta intelligente e il passaggio illuminante per scrivere le pagine di una storia della quale loro stessi sono stati i veri artefici.

La vittoria ai rigori contro l’Artur Music ha fatto godere immensamente quei tifosi che la VBS non la seguono per hobby, né per convenienza. La seguono perché ce l’hanno a cuore. E nel cuore. Erano riuniti al “Polpo”. Non erano tanti, non erano molti. Erano tutti. E per diversi minuti sono rimasti senza parole, specie dopo l’avvio shock con gli ucraini avanti 2-0 dopo due minuti.

Il fuoco dentro di loro non si è mai spento, come quello di chi era in campo. La fucilata di Ozu a fine primo tempo, il tocco da rapinatore d’area di Gori, la rovesciata stupefacente di Valenti, il rigore di Ramacciotti ed il suo destro fulminante in rapida successione, il sinistro di “Jeky”. Eccoli i sei gol diluiti in trentasei lunghissimi minuti divenuti trentanove, con l’aggiunta di un supplementare che si è rivelato un semplice prolungamento di una finale sconsigliata ai deboli di cuore.

Quante volte in passato abbiamo maledetto i rigori, fonte di disgrazie. Li abbiamo benedetti ieri in semifinale col Braga, prova durissima per le coronarie. Dal dischetto ognuno ha svolto il proprio dovere: Ozu, Remedi, Gori, Valenti, Ramacciotti, Stefano Marinai. Poi, l’errore di Zborovskyi ci ha fatto credere che quella coppa il Viareggio l’avrebbe potuta far sua. Carpita non ci ha pensato su due volte, ha avvertito dentro di sé la spinta necessaria per battere il penalty decisivo. E segnarlo. Il Viareggio è campione d’Europa. Non è una favola, è realtà. Una realtà da favola.

(Visitato 935 volte, 1 visite oggi)
TAG:
beach soccer euro winners cup viareggio

ultimo aggiornamento: 29-05-2016


Il Viareggio campione d’Europa nella storia dello sport toscano

E al “Polpo” tutti pazzi per il Viareggio campione d’Europa