“In relazione al preannunciato sgombero del campo rom di Torre del Lago, molti hanno espresso contrarietà per la modalità con cui l’amministrazione comunale è arrivata a questa decisione. Soprattutto preoccupa il futuro delle persone coinvolte e particolarmente quello dei bambini”. Lo scrive in una nota l’associazione Berretti Bianchi onlus.

“Una società aperta, democratica, proiettata in avanti, dovrebbe prima di tutto pensare ai propri figli, proteggerli sempre e comunque, garantire loro l’istruzione, la salute, la scuola, una casa, l’integrità della famiglia. Lo sgombero farà esattamente il contrario.

“Ci immaginiamo Aleandro, Maria, o Nicolae o Samantha chiedere al sindaco o ad una qualsiasi assessora o ad una qualsiasi consigliera: perché mi mandi via? E vorremmo sentire la risposta, perché finora quel Sindaco, quell’assessora, quella consigliera, si sono rifiutati di incontrare loro, i loro padri e le loro madri.

“E allora il futuro di questi bimbi e dei loro genitori ci preoccupa fortemente. E riteniamo che si stiano violando la Costituzione, la Dichiarazione Universale del Fanciullo, la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. Testi sacri di cui spesso la politica fa un uso superficiale e di facciata ma che quando si tratta di darne applicazione li si considera come optional. Certo, il campo rom è un luogo di esclusione, di emarginazione, di negazione ma non è buttando le persone in mezzo alla strada che si dà loro dignità.

“Se si continua a considerare non-cittadini i membri della comunità rom, li costringeremo a stare nell’abusivismo, nella marginalità, nella discriminazione. Li marchieremo con una bella Z sul braccio. Cittadini di serie zeta. Ultimi fra gli ultimi.

“Ecco che allora Associazioni importanti come Articolo 34 di Pisa, Sugar Drom di Mantova, Associazione 21 Luglio di Roma, Amnesty International seguono con apprensione la vicenda e mentre un cartello ampio e variegato di associazioni locali ha rinnovato al Comune la richiesta di un incontro fin’ora negato, la comunità di Via Cimarosa conferma la disponibilità a collaborare economicamente alle eventuali spese per superare quelle criticità igienico-sanitarie messe in evidenza dall’Ausl.

“D’altra parte già nel 2011 la stessa Ausl proponeva al Comune vari interventi di bonifica e denunciava: ‘lo scarico dei liquami di ogni struttura non è realizzato in maniera corretta’. Il campo, i container, le fogne, il rifornimento idrico, l’allaccio all’energia elettrica sono stati pensati, ideati, progettati e realizzati da tecnici comunali non dai rom. Amministrazioni di centrosinistra, centrodestra, due commissari prefettizi non sono mai intervenuti per risanare ciò che era da risanare. E perché mai, nonostante la disponibilità dichiarata della Comunità rom, nessun amministratore ha mai chiesto una partecipazione economica per i consumi? Ci pare ingiusto e sbagliato allora voler risolvere il problema aumentando il disagio e l’emarginazione di chi subisce una discriminazione secolare, al punto da non essere nemmeno riconosciuto come interlocutore di scelte che ne condizioneranno pesantemente la vita.

“Onestamente non riusciamo a capire quali vantaggi porterà lo sgombero del campo rom. Se solo ce lo avessero spiegato…”.

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ultimo aggiornamento: 02-07-2016


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