Il Portogallo strappa all’Italia il titolo di Campione d’Europa. Lo fa dopo una straordinaria rimonta dallo 0-2 del primo tempo al 6-2 finale. Un risultato che non fotografa l’andamento della partita, spezzata chiaramente in due: un primo tempo a tinte chiaramente azzurre e una ripresa tutta lusitana, favorita anche dal calo fisico degli azzurri, stanchi dopo la durissima semifinale di venerdì sera contro la Spagna.

Italia-Portogallo è stata una finale degna di un grande Europeo e l’Italia è stata l’avversaria più difficile che il Portogallo abbia incontrato in questi sei giorni di grande hockey continentale. Di gran lunga. L’Italia ha gelato il sangue ai 2.500 tifosi portoghesi e scaldato il cuore alla manciata di italiani che si sono fatti sentire per tutto il torneo. Ha sorpreso i padroni di casa due volte in quattro minuti con una doppietta di Ambrosio che ha mandato in confusione il Portogallo per quasi tutto il primo tempo. Al contrario di quanto fatto contro la Spagna, l’Italia non si è fatta schiacciare e ha costruito azioni pericolose, senza riuscire a infilare la terza rete. Dietro, il solito Barozzi ha parato tutto quello che una difesa attenta lasciava passare. Al punto che le azioni più pericolose sono stati i tiri di uno strabordante Helder Nunes.

Nella ripresa, il gol in apertura di Diogo Rafael cambia la partita. Il Portogallo sale di tono, spinge, crea, non lascia spazi, asfissia un’Italia in debito d’ossigeno per le fatiche del giorno prima e anche percheè, mentre Senica può fare indifferentemente uso di tutti i suoi uomini, Mariotti ha scelte più limitate. Barozzi è l’ultimo ad arrendersi: sul 2-1 ferma due volte Barreiros sul tiro diretto per il 10′ fallo, ma è solo il rinvio di una rimonta inevitabile. Minuto 11.54, ancora Rafael trova un varco da sinistra e si infila nella difesa azzurra per il gol del pari. Tocca invece a Reinaldo Ventura, bandiera vivente dell’hockey portoghese, segnare su rigore il gol del sorpasso.

La partita, quella vera, finisce qui. Con le ultime forze disponibili gli azzurri si lanciano generosamente alla ricerca del pari e ci vanno anche vicino con Ambrosio e con Illuzzi; ma dietro si aprono ampi spazi in cui i portoghesi si infilano senza pietà: Costa, Rodriguez e poi Nunes che trasforma la punizione per il 15′ fallo diretto.

Il secondo posto agli europei, che va al di là degli obiettivi fissati alla vigilia, conferma che il lavoro fatto dalla Federazione va nella direzione giusta. L’Italia è di nuovo competitiva con le grandi d’Europa e lo sarà a lungo se continuerà a lavorare in questo modo su un gruppo giovane, ma già affermato a livello internazionale.

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ultimo aggiornamento: 17-07-2016


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