C’è un’immagine che più di altre dovrebbe campeggiare all’ingresso della piscina comunale di Viareggio – se e quando mai la riapriranno dopo i sigilli apposti lo scorso aprile… – a mo’ di gigantografia. Quell’immagine è il podio della gara dei 200 metri stile libero delle Olimpiadi di Atene del 2004 riservata alle donne: sul gradino più alto sale la rumena Camelia Potec, alla sua destra una giovanissima Federica Pellegrini mette al collo un argento olimpico a soli 16 anni e dall’altra parte la francese Solenne Figuès sorride per il bronzo. Tre atlete diverse per età, nazionalità e vissuto personale, ma che condividono l’amore per il nuoto e, soprattutto, un punto di passaggio fondamentale nella loro carriera: la Coppa Carnevale di Viareggio.
Il meeting per i giovani talenti delle piscine vede la luce nel 1977, su iniziativa della società sportiva Artiglio Nuoto: come l’omonimo torneo di calcio, che va in scena a un centinaio di metri di distanza, chiama a raccolta i campioni del domani in uno dei momenti chiave per la città di Viareggio, il periodo di Carnevale.
Sono gli anni della Guerra Fredda: dalla piscina, come dallo stadio dei Pini, arrivano segnali di pace con la partecipazione di rappresentative delle nazioni del Patto di Varsavia. E poi gli sportivi viareggini hanno la possibilità di ammirare nuotatori che rivedranno qualche anno più tardi in televisione mentre ricevono una medaglia con il simbolo dei cinque cerchi.
Il primo nome da scrivere è quello di Uwe Daßler, giovane virgulto della Germania Est: a Viareggio, non ancora maggiorenne, nuota i 400 stile libero in 3’54″50 e questo primato resisterà fino ai primi anni Novanta. Poco dopo arriva l’oro ai Giochi di Seul del 1988: proprio come in Versilia è la distanza dei 400 stile libero a regalargli la medaglia più attesa.
Assieme a lui si mette in luce Lars Hinneburg che furoreggia nei 100 stile libero con il tempo di 51″80, un altro dei record che rimarrà imbattuto per lungo tempo: a Seul chiude al terzo posto nella staffetta 4 x 100 stile libero.
Nell’anno che segue l’Olimpiade sudcoreana cade il Muro di Berlino e, con esso, si sgretola anche l’Urss. Le due Germanie tornano ad essere un unico paese e già nel 1990 si presentano a Viareggio sotto un’unica bandiera: della spedizione fanno parte Jana Haas, che un paio di anni più tardi arriva ad un soffio dalla finale olimpica dei 400 misti, e Jana Dörries, argento a Barcellona.
Il 1992 è un anno storico per la Coppa Carnevale: il meeting s’impreziosisce della presenza di alcuni nuotatori dell’ormai ex Unione Sovietica, tutti iscritti alle gare speciali riservate agli Assoluti. Il pubblico viareggino ha il privilegio di veder scendere in acqua un’autentica invincibile armata: c’è la bielorussa Elena Rudkovskaja, medaglia d’oro nei 100 rana a Barcellona. Ci sono Jurij Muchin, Vladimir Pyščnenko e Veniamin Tayanovich, tra i frazionisti della 4 x 200 stile libero che pochi mesi dopo vincerà l’oro olimpico. C’è Gennadij Prigoda, argento nella 4 x 100 stile libero a Barcellona.
Soprattutto c’è il campione più atteso, lo “zar” Aleksandr Popov, che in terra catalana conquisterà l’oro nei 50 e 100 stile libero. La curiosità è che i nuotatori ex-sovietici risultano essere coetanei nel programma delle gare – sarebbero tutti nati nel 1970 – quando, in realtà, tra Prigoda e la Rudkovskaja la differenza di età è di ben otto anni. E, soprattutto, Popov e gli altri partecipano a Viareggio come atleti della Federazione Sovietica mentre a Barcellona gareggeranno per la Squadra Unificata sotto il vessillo con i cinque cerchi.
In quegli stessi anni sbarca a Viareggio il talentuoso croato Duje Draganja, che andrà a vincere la medaglia di argento ai Giochi del 2004 nei 50 stile libero. Tra gli italiani, invece, il nome da segnare è quello di Cinzia Ragusa, in gara nei 50 farfalla: trionferà ad Atene in un’altra specialità, essendo tra le tredici componenti della nazionale femminile di pallanuoto che strappa l’oro alle greche al termine di una finale da brividi.
Memorabile è anche l’edizione 1994: la nazionale giovanile italiana schiera Massimiliano Rosolino e Davide Rummolo, protagonisti indiscussi ai Giochi di Sydney dove conquistano rispettivamente tre medaglie – oro, argento e bronzo – ed una medaglia. In evidenza anche la francese Figuès, bronzo ad Atene nei 200 stile libero.
Come già era successo quattro anni prima, il 1996, anno olimpico, assicura uno spettacolo unico: il merito è tutto della nidiata di atleti dalla vicina Romania. Un posto nella storia se lo conquista Diana Mocanu che a Sydney trionfa nei 100 e 200 dorso, divenendo la prima rumena a laurearsi campionessa olimpica nel nuoto: si ritirerà a distanza di pochi mesi, a soli 20 anni, dicendo di non avere più stimoli. Ad Atene saliranno sul podio Răzvan Florea, bronzo nei 200 dorso, e soprattutto la Potec, vincitrice dei 200 stile libero.
L’Est Europa continua ad essere grande protagonista a Viareggio anche a cavallo del nuovo millennio: il giovane azzurro Luca Marin trova uno sfidante agguerrito nell’ungherese László Cséh, bronzo nei 400 misti ad Atene ed argento a Pechino nei 200 e 400 misti, la sua specialità, e nei 200 farfalla. La Croazia torna a mietere successi con la giovane e bella Mirna Jukić: diventerà successivamente cittadina austriaca e sarà sotto la bandiera del suo nuovo paese che salirà sul podio a Pechino, mettendo al collo il bronzo nei 100 rana.
Il 2002 è un’altra pietra miliare nella storia della Coppa Carnevale: l’Ungheria schiera il 13enne Dániel Gyurta – ad Atene porterà a casa l’argento olimpico nei 200 rana – e la coetanea Katinka Hosszú, l’Italia risponde con Federica Pellegrini, punto di forza della Serenissima Nuoto. La giovane veneta chiude 100 e 200 stile libero con tempi sbalorditivi (57″64 e 2’04″79), lasciandosi alle spalle avversarie ben più grandi.
Per gli organizzatori e per i vari addetti ai lavori non è una sorpresa quel che accade due anni dopo con il secondo posto nella finale dei 200 stile libero. Nello stesso periodo sale in cattedra anche la romana Alessia Filippi, argento negli 800 stile libero a Pechino e protagonista di un’accesa rivalità, almeno sul piano mediatico, proprio con la Pellegrini.
Dieci anni prima, nel 1992, la Coppa Carnevale aveva piazzato ai Giochi olimpici i grandi fuoriclasse sovietici. Dieci anni dopo, nel 2012, il meeting riesce nell’impresa di portare a Londra addirittura un talento nato in casa: si tratta di Diletta Carli che solo un anno prima, nella piscina dove si è allenata fin dalla tenera età, ha vinto nei 100 e 400 stile libero e nei 100 farfalla.
La giovane viareggina si trattiene nella sua città natale per un collegiale con la nazionale Juniores assieme a Gabriele Detti, pure lui in gara al meeting con un successo nei 400 stile libero e un argento nei 100 farfalla, e Gregorio Paltrinieri, a Viareggio l’anno precedente.
Gli stessi con cui sarà protagonista nei prossimi giorni all’Estádio Aquático Olímpico ai Giochi di Rio de Janeiro, proprio mentre la piscina che li ha lanciati tra i grandi del nuoto rimane mestamente chiusa e la Coppa Carnevale è ormai ferma da due anni.