Se ne va una parte di Sant’Anna di Stazzema, del paese, oltre che una testimone della strage del 12 agosto 1944. Bianca Pieri è deceduta ieri mattina, 15 agosto, a 91 anni nella sua casa, con le finestre che si affacciano sulla piazza della chiesa di Sant’Anna di Stazzema.

Non ha mai lasciato il suo paese e, nel corso della sua vita, si è limitata solo a cambiare borgata: prima a Sennari, poi Coletti, infine sulla piazza della chiesa.

Era nata il 18 ottobre 1924, Bianca, e la sua era una famiglia contadina, come tante altre a Sant’Anna. Una vita di fatica, di duro lavoro, coltivando la montagna e allevando il bestiame. Sant’Anna di Stazzema era una località piuttosto povera ma la comunità era numerosa, circa 400 persone, e viveva in armonia abbracciata dalle quiete delle montagne che la circondano: il Gabberi, il Lieto, Monte Ornato. Il 12 agosto 1944 cambiò per sempre la fisionomia della comunità: famiglie intere uccise, generazioni decimate. La comunità non è mai più tornata la stessa.

Bianca quella mattina era a Sant’Anna. Si trovava a Sennari, nella sua abitazione, quando cominciarono a sentire l’arrivo delle SS. Scappò con la mamma, Margherita Bertelli, rimasta vedova da tempo: non voleva che vedesse la loro casa bruciare. Si nascosero in una grotta insieme ad altre persone, anche alcuni bambini, nei pressi di Sennari, ma furono scoperti. Bianca non riusciva nemmeno ad alzare le braccia per chiedere che non venisse fatto loro niente, tanto era terrorizzata.  Li fecero uscire dalla grotta e furono incolonnati per essere condotti sulla piazza della chiesa, e da lì verso Valdicastello. Bianca era insieme alla madre, che soffriva di disturbi cardiaci, e stentava a camminare. Lentamente si separarono dagli altri. Un soldato tedesco se ne accorse e le richiamò; prima le esortò a muoversi, poi fece cenno di andare via. Bianca si salvò così.

Nella strage perse la sorella Ilva di 7 mesi; l’altra sorella, Palmina, morì di setticemia qualche giorno dopo, all’ospedale di campo di Valdicastello, stremata da quel maledetto 12 agosto. Il marito di Palmina, Enrico della Menna, fu portato a San Terenzo dove venne ucciso il 19 agosto: lasciarono due figlie, di 2 anni e di 2 mesi. Bianca perse tanti parenti ma decise di non lasciare mai Sant’Anna di Stazzema. Dal 1 novembre 1965 aprì la bottega insieme al marito, Carlo Gamba, proprio sulla piazza della chiesa, dove andò ad abitare nel 1954. Lei faceva il pane nel forno al Pero poi, con una lunga e pesante tavola di legno in equilibrio sulla testa, lo portava alla bottega. Negli anni più recenti, Bianca passava le sue giornate nell’alimentari, seduta a leggere, a ricamare, commuovendosi quando qualcuno, entrando, le chiedeva di raccontare la sua storia. La dimensione di testimone della strage si fondeva con quella di abitante a Sant’Anna di Stazzema e si capiva, ascoltandola, quanto la storia della vita della comunità fosse legata con quella della strage. Una presenza quotidiana, quella della Bianca, delicata e discreta; un’umanità semplice, quanto straordinaria. Custode di tante ricette, di novelle, di stornelli, di tante storie vissute all’ombra di quei platani che assistettero alla strage ma che esistevano anche prima del 12 agosto 1944. Come Bianca, che ha vissuto a Sant’Anna i suoi 91 anni. Che mancherà tanto, a tutti.

Da parte del personale del museo, di tutta l’amministrazione comunale, le più sentite condoglianze alla figlia Carla, ai nipoti Serena e Giacomo.

Le esequie si terranno mercoledì 17 agosto alle ore 10:30 a Sant’Anna di Stazzema. La famiglia non chiede fiori ma opere di bene per l’Associazione Martiri di Sant’Anna.

Cordoglio sul suo profilo facebook da parte dell’ex sindaco Michele Silicani.

“Ieri pomeriggio sono stato avvisato dalla nipote Serena che sua nonna Bianca è venuta a mancare. Bianca era una Superstite della Strage di S.Anna di Stazzema, malgrado il suo profilo modestissimo e sempre sorridente era forse la Superstite più conosciuta per chi saliva a S.Anna. Era la proprietaria, con Carlino Gamba deceduto anche lui pochissimo tempo fa, dell’unico Bar del paese. Era una persona unica e straordinaria. Semplice e gentile. Sfornava con Carlo e con la sua figliola Carla centinaia di focacce e pani che definirei “mitici”. Da Sindaco di Stazzema avevo preso una consuetudine molto gradita a tante personalità politiche, amministrative e civiche che salivano a S.Anna per le ricorrenze e le onoranze ai Martiri, regalavo un Pane di Carlo e Bianca. Il Pane, quale migliore simbolo di Pace. Quella Pace vera che Carlo e Bianca forse hanno avuto solo quando facevano il Pane o quando con giovialità e affetto arrivavamo a S.Anna con comitive di giovani o per le manifestazioni e allora era Vita. Quante volte ci siamo detti, con Carlo e Bianca, la loro Storia. Forse la più straordinaria e vi invito a leggere le loro testimonianze, tanto quanto la loro grande “scelta”: rimanere a S.Anna di Stazzema e guardare tutti i giorni quella piazza della Chiesa dove con la Poldina erano gli unici superstiti di quel girotondo che oggi rappresenta il logo del Parco Nazionale della Pace. Un abbraccio forte a Carla la figlia, e ai nipoti Serena e Giacomino. Personalmente e la mia famiglia tutta vi siamo immensamente vicini. Grazie Bianca per l’esempio che ci hai dato. Saluta Carlo lassù…..”.

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ultimo aggiornamento: 16-08-2016


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