Fabrizio Tonelli, patron del Viareggio, scopre le carte. E lo fa in un momento particolarmente delicato per le zebre.

Tonelli, cosa ha provocato questa situazione di assoluta incertezza?

“Il gruppo che rappresento non sta attraverso difficoltà finanziarie. Negli ultimi mesi siamo stati bloccati da continue verifiche imposte dagli organismi bancari preposti al controllo di movimenti, anche quelli relativi a piccole somme. Il problema è che questo monitoraggio è durato più del previsto ed ora ci ritroviamo a sistemare tutto sul filo di lana”.

Entro quando si sbloccheranno i pagamenti?

“Nelle prossime ore. Ci sono stati ritardi tecnici, gli stessi che ci hanno impedito di pagare gli stipendi pregressi già a luglio”.

Baroni ha annunciato però che in caso contrario martedì lui e i dirigenti si dimetteranno…

“La deadline l’hanno fissata loro. Se qualcuno, a ragione, non se la sente più di proseguire è libero di andare via. Il discorso vale per i dirigenti, ma anche per i giocatori. Ci può essere chi resiste e chi no. Se i buoi scappano vorrà dire che li riprenderemo da un’altra parte”.

Non lo ritiene un segnale preoccupante quello lanciato dal presidente?

“La società non sta morendo, questo sia chiaro. Se lui e altri si faranno da parte penseremo ad un ricambio, ma non è questa la priorità”.

Ma ai giocatori cos’ha detto?

“Ho risposto loro che avranno tutto quello che devono avere. C’è un debito da saldare. E se loro non ci dormono la notte, credetemi, neppure io”.

Teme che non possa esserci il lieto fine?

“Io non posso permettermi di avere paura. Voglio far presente che io in queste settimane non mi nascosto, ci ho messo la faccia: sono qui tutti i giorni per fare il necessario per risolvere il problema, quando invece le cose andavano bene ho preferito defilarmi”.

Com’è stato il confronto con i tifosi?

“Positivo. Loro sono logicamente preoccupati, li ho rassicurati come tutti coloro che ho incontrato. È un periodo turbolento, ma lo supereremo”.

Perché ha scelto Viareggio?

“Una premessa: io non sono un appassionato di calcio, non seguo la Serie A in tv. Considero Viareggio un brand, ho sposato un progetto che va al di là della squadra. Eravamo partiti bene, poi si è verificato uno stop (si riferisce al deludente campionato della scorsa stagione)”.

È incluso anche il discorso relativo allo stadio?

“Noi abbiamo depositato una proposta al comune nel 2015, ma con l’annullamento delle elezioni l’iter si è fermato. Siamo ancora in attesa di una risposta”.

I piani per il futuro?

“Bisogna rendere il Viareggio una impresa con una struttura adeguata, far sì che entrate e uscite si pareggino. Io sono un imprenditore, per me il bilancio è la priorità assoluta. Ho commesso un errore all’inizio: muovere capitali senza che fosse stabilito un budget. Quando parlavo con gli altri presidenti e mi dicevano quanti soldi avevano investito mi vergognavo ripensando alle cifre che avevo sborsato io”.

Ambizione e Serie D però sono inevitabilmente in contrasto.

“La Serie D è una gabbia, ogni anno in più che restiamo in questa categoria perdiamo soldi. Tanti soldi. La Lega Pro è una mezza gabbia, io ambisco ad un doppio salto di categoria”.

Come compierlo, allora?

“Serve una visione più larga. Il Viareggio deve diventare una Spa, deve porsi traguardi importanti e raggiungerli. Sono già avviati contatti con un imprenditore della Toscana che potrebbe venirci a dare una mano. Stiamo pensando ad una qualche forma di azionariato popolare, per dar modo a chi è realmente interessato di portare il suo contributo”.

Può garantire che la holding che lei rappresenta non si tirerà indietro?

“Per nessun motivo. Non potremmo certo permettercelo, sarebbe come aprire un tombino e gettare i soldi investiti da quando siamo a Viareggio. Ripeto però che tutte le idee, anche le migliori, non potranno essere attuate senza la presenza di nuovi imprenditori”.

Quali sono, concretamente, i prossimi obiettivi?

“Vincere il campionato e rendere il Viareggio una società autonoma rispettando un budget predefinito”.

 

 

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ultimo aggiornamento: 08-09-2016


Baroni: “La dirigenza si dimette in blocco se entro martedì non si sbloccano i pagamenti”

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