Il numero di maglia (il 4) è lo stesso, l’esecuzione del rigore, pure. Davide Minichino come Daniele De Rossi. L’importanza del penalty non è esattamente la medesima, perché un trentaduesimo di Coppa Italia Serie D non è la finale di un Mondiale, ma il talentuoso centrocampista considera il Viareggio come una Nazionale, la sua. Ecco perché la gioia si propaga smisurata ripensando a quel tiro dal dischetto che ha regalato la qualificazione alle zebre: “Volevo calciarlo esattamente in quel modo – ammette -. È un onore per me aver siglato il rigore decisivo, veramente una bella soddisfazione. Gioco per la squadra della mia città, a 18 anni non potrei chiedere più di questo. Ringrazio Masi, mi sta aiutando molto, sul piano tecnico come su quello mentale. Ho una gran voglia di migliorare”.

Minichino rimarca l’armonia all’interno dello spogliatoio al netto dei problemi che stanno condizionando il presente bianconero: “Nello spogliatoio ridiamo e scherziamo comunque, il nostro è un grande gruppo. Io vivo la situazione in maniera diversa rispetto ad altri giocatori, non ho le loro esigenze”.

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ultimo aggiornamento: 28-09-2016


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