La finale di Euro Winners Cup saltata per squalifica, il gol-scudetto. La sequenza collettiva – “triplete” più qualificazione ai Mondiali con la Nazionale – racconta di un 2016 superbo. In questo susseguirsi di gioie e di trofei ci sono due momenti strettamente personali, tra loro contrapposti. Quelli che ha vissuto Simone Marinai, capitano del Viareggio dominatore assoluto di una stagione che fa ormai già parte della storia. E della leggenda. Che da sola non basta per diradare tutte le nubi legate al futuro, perché l’anno prossimo la concessione relativa all’area dove tutt’ora sorge il Beach Stadium scadrà e sul rinnovo, ancora, nessuna certezza e tante perplessità. Meglio allora perdersi in ciò che è stato, ripensare alle piacevolissime istantanee di Catania, Riccione e Jesolo.

Campioni d’Europa.

“Sino a prima di questa stagione noi ci sentivamo comunque speciali. Per tanti motivi. Uno su tutti, Matteo Valenti. C’è chi ci punzecchiava, rinfacciandoci di aver alzato al cielo un solo trofeo. Vincendo la Euro Winners Cup abbiamo compiuto qualcosa di irripetibile: campioni d’Europa con in squadra undici viareggini su dodici. Non sarà facile per le altre squadre ripetere ciò che abbiamo fatto noi”.

La finale saltata per squalifica.

“Un’ingiustizia. Un fallo da rigore netto a quaranta secondi dalla fine reputato dall’arbitro simulazione. Secondo giallo, espulsione. Oltre al danno, pure la beffa. Mi sono sentito un po’ come Nedved in quell’occasione. Per fortuna non ci siamo fermati alla Euro Winners Cup. Ammetto però che ho rosicato parecchio”.

Una settimana dopo, il bis.

“E pensare che abbiamo rischiato di andar fuori col Canalicchio Catania già agli ottavi. Abbiamo avuto quasi venti occasioni, non sfruttate. Ma questo era il nostro anno, ai rigori ci è andata sempre bene. È stata per me un’emozione diversa vincere la Coppa Italia rispetto alla Euro Winners Cup. Non è una questione di quale successo sia stato più o meno bello, non si fanno confronti. Ognuno è diverso dall’altro”.

Il triplete.

“La prima volta che abbiamo capito di avere tanto da perdere e poco da guadagnare è stato contro la Lazio, nella tappa di casa. Ci tenevamo a non deludere tutte le persone che erano giunte al Beach Stadium per vederci. È la squadra che mi ha impressionato di più nella regular season, già prima di rincontrarla in finale sapevo che sarebbe stata durissima batterla di nuovo”.

Il gol scudetto.

“Il punto di battuta di quella punizione era piuttosto defilato. L’unica cosa che potevo fare era calciare il pallone con forza, tenendolo basso. È andata bene. Grazie a quel gol ho limitato la delusione per non aver disputato la finale di Euro Winners Cup.

I complimenti di Lippi.

“Una bravissima persona. Mi ha mandato un sms per congratularsi con tutta la squadra. È venuto alla tappa della Serie A di Viareggio e ci ha pure omaggiato in municipio. Un incontro molto sobrio, senza eccessi. Le parole che ha speso per noi ci hanno fatto enormemente piacere”.

Il pubblico.

“Aver portato un migliaio di spettatori al Beach Stadium durante la tappa è già motivo di grande orgoglio. Siamo contenti del pubblico che ci ha seguito in trasferta, che è venuto a Riccione per le finali e che ha partecipato alle celebrazioni”.

Il futuro del Beach Stadium.

“Non entro negli aspetti tecnici. Dico solo che è assurdo che una squadra campione d’Europa non abbia garanzie per il Beach Stadium. I nostri dirigenti in questi anni hanno compiuto grandi sforzi. Prima poteva essere lecito domandarsi se, vincendo un trofeo, qualcosa sarebbe cambiato un domani. Ora che di trofei ce ne siamo aggiudicati tre, sappiamo soltanto che più di questo non possiamo fare”.

I Mondiali.

“Ci siamo qualificati per le Bahamas con pieno merito. E tra poco cominceremo già a pensare a questa fantastica competizione. Noi andiamo là per cercare di vincere tutte le partite”.

(Visitato 239 volte, 1 visite oggi)
TAG:
beach soccer simone marinai triplete viareggio

ultimo aggiornamento: 30-09-2016


Forte, c’è il Valdagno per provare a dimenticare il ko in Supercoppa

Serie D, gli arbitri del quinto turno