Gli ultimi migranti rimasti nella tendopoli di Ripa sono partiti oggi (venerdì). Oltre la metà hanno lasciato il campo nel corso della settimana appena trascorsa. Si conclude, dunque, nei tempi previsti – 15 giorni come avevano assicurato fin dall’inizio Prefettura di Lucca e Amministrazione comunale di Seravezza – questa delicata vicenda che ha provocato reazioni dissonanti tra i cittadini e all’interno della politica locale.

L’ordine che viene direttamente dal Prefetto è quello di iniziare a disinstallare il campo allestito nell’area della CRI a Ripa già da domani (sabato).

I trenta stranieri richiedenti asilo, originari del Pakistan, del Bangladesh, della Costa d’Avorio e della Nigeria, che in queste due ultime settimane sono rimasti nel campo della Croce Rossa di Ripa, si trovavano in Italia già da un mese e avevano superato le tre fasi del percorso di accoglienza: controlli sanitari, fotosegnalazione, permesso di soggiorno. Per tutta la durata della loro permanenza è stato presente un mediatore culturale, che ha facilitato l’interazione tra migranti e volontari e l’organizzazione del campo.

Tanti gli incontri e i contatti tra Amministrazione comunale e Prefettura affinché tutto si svolgesse al meglio. Grazie all’impegno della CRI, alla solidarietà della cittadinanza di Ripa e al comportamento irreprensibile che hanno tenuto i trenta ragazzi, non si è verificato alcun problema ed è stata la stessa Amministrazione, a partire dal Sindaco Riccardo Tarabella e Vicesindaco Valentina Salvatori, a monitorare la situazione giorno per giorno. L’Assessore alla sicurezza Dino Vené e l’Assessore alle politiche sociali Orietta Guidugli hanno coinvolto i migranti in attività di pubblica utilità per il territorio e il tentativo di integrazione, seppur per pochi giorni, è stato efficace.

“I quindici giorni appena trascorsi del mese di settembre – dichiara il Sindaco Tarabella nel corso della conferenza stampa che si è tenuta questa mattina presso la tendopoli – sono stati per la nostra comunità di Ripa, per tutta la cittadinanza seravezzina, per l’intero Consiglio Comunale e per la nostra Amministrazione un banco di prova da non sottovalutare per i contenuti forti che essi hanno portato, per quello che, al termine di una esperienza vissuta sul campo, rimane nelle menti e nelle coscienze delle persone: il fatto e le azioni, gli attori e le responsabilità e infine per tutti, la risposta.

Cosa potrei dire di Ripa e della sua comunità se non affermare di aver dato essa stessa la risposta giusta, quella che la pone quale esempio di accoglienza, di disponibilità, di assistenza a chi chiede aiuto, così come si è sempre dimostrata all’altezza, nella sua storia e delle sue tradizioni? Alle giustificate preoccupazioni del primo momento, tutti i protagonisti hanno poi dimostrato quanto la coesione morale ed etica sia fondamentale per il raggiungimento e il perseguimento di un fine sociale a cui questa intera comunità non vuole e non ha voluto sottrarsi. Resta la consapevolezza che Ripa, così come l’intera comunità di Seravezza, non mancherà di continuare ad essere utile e operativa in un piano coordinato di inserimento graduale di persone bisognose alle quali la vita ha tolto tutto, comunicato però in tempi accettabili. Tuttavia, rimane anche la ferma determinazione di non subire, per metodo e approccio, e in un luogo veramente impossibile solo al pensarsi, ciò che è successo all’inizio di questa storia.

Le operazioni di smantellamento del campo avranno inizio già da domani visto che gli ultimi migranti rimasti partiranno tra poco e l’augurio che mi sento di fare a loro e a tutti gli altri che sono stati qui è che possano ritrovare serenità e riescano a costruirsi una vita dignitosa”.

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ultimo aggiornamento: 30-09-2016


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