In una recente escursione in località Castellaccio di Montebello alcuni soci del Gruppo Archeologico Camaiore, hanno potuto rilevare nuovi importanti ruderi posti in un’area dell’antico castello, citato per la prima volta nel XII secolo.

Lo riporta Luca Santini: “Sappiamo da precise fonti storiche che Montebello venne donato nell’anno 1192 dai signori di Vallecchia al Comune di Lucca, in occasione di un giuramento di fedeltà prestato per evitare repressioni da parte dello stesso comune lucchese, desideroso di impossersi del territorio versiliese “iuramentum fidelitatis factum Comuni per Nobiles de Vallecchia, dando et assignando eidem Comunitati terras, podium casas et alia quae habebant in Montebello”.

Il Castello di Montebello fu comproprietà dal 1219 “castrum Montisbelli” con i consorti di Corvaia, anch’essi alleati con il comune pisano.

Intorno all’anno 1225 l’esercito lucchese riusci ad occupare gran parte della Versilia e quindi anche il castello camaiorese fu assoggettato al potente comune lucchese. Tornando alla scoperta, il merito, oltre all’arguzia dei ricercatori locali, va attribuito soprattutto ad un cacciatore del luogo che ha ripulito la proprietà per renderla adatta alla sua passione venatoria.

montebello-castello-2Fino ad ora il Gruppo Archeologico locale, che da qualche mese ha iniziato un proficuo rapporto di collaborazione con il Civico Museo Archeologico, aveva divulgato notizie di questo villaggio fortificato tramite le pubblicazioni relative ai castelli di Camaiore ma senza mai aver potuto accedere a questa parte dell’area incastellata, perché ingombra da una vegetazione impenetrabile che nascondeva quanto di fatto si è potuto riscoprire.

Difatti a poco meno di 100 metri di distanza dalla torre alta, lambita dal sentiero delle frazioni, su di una superficie pianeggiante, una delle poche riscontrabili, si evidenziano importanti strutture il cui utilizzo dovrà ancora essere definito ma che dalle dimensioni fanno pensare almeno all’esistenza di una grande torre abitabile che ad una prima misurazione mostra dimensioni notevoli, m 8X7, con muri spessi fino a più di un metro. Poco distanti dalla prima struttura si scorgono invece i muri perimetrali di due probabili e ampie abitazioni, m 8X5,70 e m 6,35×6,70, forse ad uso del castellano che veniva delegato dal signore a gestire il castello, o dal signore stesso come attesterebbe il documento del 1192 che ci descrive il podium e case (termine con il quale nel medioevo si intendeva una torre o un’area fortificata) di proprietà dei signori di Vallecchia.

Poco sotto, sono evidenti le tracce del muro del cassero che proteggeva le torri e i suddetti elevati abitativi. Forse ci troviamo in presenza dell’area più antica del castello, vista la posizione dominante, così come si è riscontrato per il castello di Montecastrese ed altri castelli versiliesi.

Fino a prima di tale ritrovamento del castello di Montebello si conosceva l’area del borgo, il muro di cinta esterno e la cosiddetta torre alta i cui dati furono pubblicati su alcuni volumi relativi all’incastellamento nel territorio di Camaiore, curati dal Gruppo Archeologico Camaiore .

Questa nuova scoperta, sebbene non dovuta ad una ricerca di scavo, risulta di fatto alquanto determinante e ci permette di delineare in maniera più esaustiva la consistenza di questo villaggio fortificato (resterebbe da individuare soltanto la chiesetta dedicata a s. Stefano citata nel 1260), che unitamente a quello di Montecastrese, Greppolungo e del Monte Penna potevano rappresentare, come ci suggerì il compianto Riccardo Francovich, uno dei baluardi difensivi dell’area mineraria (argento e ferro) di proprietà delle due importanti signorie feudali versiliesi.

Da non escludere che il castello di Montebello sia stato costruito in funzione anche della vicinissima cava di marmo bianco (statuario di Carrara), anch’essa individuata anni fa dai soci del Gruppo e che si trova in località Cisterna e ad essa collegata tramite un tracciato viario ancora individuabile.”

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