Sgombra subito il campo da qualsiasi illazione: “Mi avrebbe buttato fuori (l’arbitro, ndr) anche se avessi preso 18 stipendi. L’espulsione non c’entra un c… con gli stipendi”. La rabbia di Francesco Di Paola è comprensibile. Il gol non arriva, in compenso l’attaccante del Viareggio deve fare i conti con quel cartellino rosso che lo costringerà a saltare per squalifica la gara con la Massese. E con un contesto che non permette alla squadra di esprimersi come vorrebbe. Potrebbe. Dovrebbe.

“Mi girano le scatole per tanti motivi, tra cui quello societario. Le due cose non si possono scindere. Probabilmente avremmo fatto schifo anche se ci avessero pagato. Il calcio è una questione di episodi: se Biagio (Pagano) segna e si pareggia o si vince siamo degli eroi perché senza prendere gli stipendi abbiamo fatto con la Lavagnese. Stavolta così non è stato. Ci siamo fatti un gol da soli su angolo e abbiamo perso. Ci può stare: il Napoli ha perso con l’Atalanta, noi con la Pro Recco”. Di Paola è di parere opposto rispetto a Carnesalini, secondo cui invece il rendimento sul campo non deve essere condizionato da quanto accade all’esterno.

“Io devo dare di più, come tutti – prosegue l’attaccante -, ci sono momenti nell’arco di una stagione in cui gira meglio, altri peggio. Contro la Massese il pallone mi aveva picchiato ed era finito dentro. Sono arrabbiato perché non riesco a segnare ma sono tranquillo perché so che questi periodi capitano durante un campionato”.

Nessun pentimento per aver scelto Viareggio. Né per non essere andato via negli ultimi giorni della finestra di mercato, nonostante fossero giunte offerte concrete. “Io non sono andato via perché si è creato un bel gruppo e una situazione che mi piace. Qui sto bene”. Ma gli effetti (negativi) derivanti dal fronte societario si stanno ripercuotendo sul rendimento delle zebre. “All’inizio ero stato anche io dalle parole di Tonelli, non è che sono rimasto sapendo che non mi avrebbero pagato. Venti giorni fa però ero più fiducioso. Le parole non servono più, occorrono i fatti”.

 

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ultimo aggiornamento: 03-10-2016


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