Serve, il prima possibile, chiarezza assoluta. La pretendono (giustamente) i giocatori, lo staff tecnico, i dipendenti ed i collaboratori del Viareggio che non percepiscono rimborsi da marzo. E la esigono pure i tifosi, che non meritano di assistere a figure indecorose come quella di ieri (2 ott). Per il profondo amore nutrito verso i colori bianconeri hanno sottoscritto l’abbonamento. Qualcuno di loro si sobbarca pure centinaia di kilometri per seguire la squadra in trasferta. Tutto a proprie spese. Sono pochi? Pazienza. È una questione di principio, non di numero.

La sconfitta contro la Sporting Recco è inevitabilmente figlia della situazione che da mesi si trascina senza che all’orizzonte vi sia la prospettiva di una soluzione rapida. E soprattutto efficace. La squadra vista ai Pini è apparsa priva di idee, gioco, anima, carattere. Soltanto confusione e nervosismo. 

Dice Carnesalini che le prestazioni non devono essere condizionate da quanto accade fuori. Ma i giocatori sono esseri umani, non robot. Chi si presenta ogni giorno al campo per allenarsi, assolvendo al proprio compito con professionalità, si aspetta di essere pagato con puntualità, senza dover tirare metaforicamente per la giacca chi, da marzo, alle troppe promesse non ha dato seguito coi fatti. 

Risultato? La prospettiva di vincere il campionato – per nulla fantascientifica considerato il valore tecnico dell’organico – rischia seriamente di andare a farsi benedire (il lumicino di speranza resta soltanto perché la classifica sentenzia che i punti di distanza dal primo posto sono appena 4 con 29 partite ancora da disputare). E questo è il male minore. 

Perché i giocatori, che consapevolmente hanno deciso di restare credendo alle parole della proprietà, nonostante molti di loro avessero ricevuto offerte allettanti, adesso non possono fare altro che dannarsi l’anima affinché – al netto della baraonda che li circonda -, qualche squadra li voglia ingaggiare nella prossima finestra di mercato (a partire dal 1 dicembre). 

Questo, a meno che da un giorno all’altro Fabrizio Tonelli non decida di (ri)uscire allo scoperto. Non per parlare, ma per saldare le situazioni debitorie pregresse e garantire un futuro stabile e sereno alla società. L’azionista di maggioranza ieri non c’era allo stadio dei Pini, la scorsa settimana si trovava all’estero per motivi di lavoro. La frase di Masi (“nessuno parla più con noi”) è emblematica sul totale stato di abbandono nel quale la squadra è stata lasciata. 

Ecco perché da parte della proprietà serve chiarezza. Se si tratta di problemi burocratici – come più volte ribadito attraverso vari comunicati – è bene che l’azionista di maggioranza forzi la mano con chi sta stoppando l’iter per i pagamenti. Se invece – peggio ancora – a mancare fosse la disponibilità economica, è opportuno ammetterlo candidamente, senza più giocare con la serietà dei calciatori (e dei dipendenti), né con la passione dei tifosi. 

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calcio serie d viareggio

ultimo aggiornamento: 03-10-2016


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