Tre vincitori su circa quattrocentocinquantuno partecipanti e settanta finalisti. Con questi numeri si archivia la VI edizione del Premio Letterario Nazionale Streghe Vampiri & Co. organizzato da Giovane Holden Edizioni in collaborazione con Associazione Culturale I soliti ignoti.

Sabato 26 novembre presso l’Hotel Residence Esplanade di Viareggio circa centocinquanta persone hanno seguito la cerimonia di premiazione per conoscere i nomi dei vincitori. Un successo annunciato quello ottenuto dall’organizzazione del Premio.

La giuria – presieduta da Enrica Giannelli (poetessa e pedagogista clinica analitica) coadiuvata da Simona Bertocchi (scrittrice, poetessa e cultural promoter) e Nicola Cantalupi (scrittore di fantasy) – ha assegnato anche, come da bando di concorso, anche alcuni premi speciali.

Di Camaiore (Lu) il premio speciale sezione poesia e il terzo posto sezione racconto.

Giusy Vanni con la lirica “Lo sguardo vitreo” si aggiudica il Premio Speciale della Giuria con la motivazione: “Una poesia che predilige la misura breve e il lampo improvviso, la tensione estrema del verso. Una preghiera laica, accorata e disillusa al contempo. Dedicata alla persona che più ha amato e che un vampiro di natura neurologica ha reso assente al mondo e alle sue meraviglie. Lo sguardo vitreo, la coscienza inerme, trascinata nell’abisso dell’incoscienza, madre amata se possibile ancora di più di un amore viscerale, intimo e sofferto come solo l’amore che teme di non essere stato ricambiato sa essere. Cosa si cela oltre lo sguardo assente di chi non ha potuto opporsi al ghigno del vampiro subdolo e silenzioso che si è infiltrato nella sua bella mente? La figlia le presterebbe volentieri i suoi occhi per regalarle un’ultima epifania e in quell’attimo di condivisione, reciprocamente dirsi ti voglio bene. Giusy Vanni dispiega una lirica mirabile, dal taglio melanconico e affilato.”

Marco Martinenghi, invece, si classifica terzo nella sezione Racconto inedito con l’opera “La panchina” con la motivazione: “Bel racconto breve in cui lemmi, stilemi e perfino punteggiatura sono dosati con claustrofobica precisione. Un universo quello creato da Marco Martinenghi di pieghe d’ombra e turbamenti. È quasi stupefacente la sua proprietà di creazione di atmosfera, il timbro sicuro e la capacità di fascinazione stilistica. Soprattutto considerando la brevità del narrato. Lo scorgere di una sagoma, di un ammasso di stracci maleodoranti che avvolgono un barbone abbandonato su una panchina in una fredda mattina d’inverno attira l’attenzione del protagonista. Tra la folla distratta, in transito nella sala d’aspetto della stazione all’ora di punta, è l’unico ad avvicinarsi lentamente, dapprima impietosito, poi attratto dall’odore intenso e pungente che quel corpo emana e che risveglia in lui un istinto bestiale e famelico. In un attimo, la pietà lascia il posto all’impulso predatore, nella percezione di una distanza incolmabile fra il sé e l’altro, tutto ciò che avrebbe dovuto rimanere segreto e nascosto ruggisce e riaffiora fiutando sangue. Metafora della follia che può coglierti alla sprovvista, quella subdola ferocia che alberga latente in ognuno di noi, pronta a esplodere in un giorno, prima e dopo, qualunque.”

Di seguito i primi classificati di ogni sezione (poesia, racconto e romanzo) che riceveranno in premio la pubblicazione ad personam del proprio elaborato nelle collane di narrativa e poesia di Giovane Holden Edizioni.

Il Primo Premio Romanzo inedito è stato assegnato a Elisabetta Carovani (Calenzano – Firenze) autrice di “La bolla di Onar”. La motivazione: “Che cosa c’è di più dolce, intrigante e delizioso dell’inizio delle favole classiche quando con C’era una volta per il piacere di bambini e adulti si dipanava una storia in cui creature magiche lottavano per difendere la libertà e l’amore delle persone care? Elisabetta Carovani sorride a questi Lettori che ambiscono viaggiare con la fantasia in regni lontani dove ogni cosa è possibile e riversa su carta una bella favola dal gusto moderno impeccabilmente costruita sui canoni classici. Senza dimenticare di strizzare l’occhio, con tono birichino, al bambino, di qualunque età, che attende di essere catturato. Semplice eppure di grande effetto la trama: il popolo dei folletti vive in una bolla magica vicina alla Terra con il compito di preservare i sogni d’oro dei bambini del nostro pianeta, affinché questi non si spaventino e non vengano disturbati nel sonno da incubi e cattivi pensieri. È un duro compito per i folletti e per i loro Burak, ovvero i cavalli alati, che li trasportano oltre la magica bolla dimensionale per contrastare il temibile demone Efialtes che turba le menti istillando ansia e paura, e tentando con ogni mezzo di soffocare la spensieratezza. Fino a quando i piccoli abitanti di Onar riusciranno a debellare il malvagio che è in noi terrestri e che cerca di insinuarsi anche nel loro mondo? Ecco, sì pare di sentire la voce squillante del folletto emergere dalle pagine e farsi narratore egli stesso del proprio fantastico mondo e spronarci a credere, fermamente credere nella Fantasia. La scrittrice riesce, apparentemente con una semplicità disarmante, a dosare perfettamente le parole giuste e a mettersi completamente al servizio della storia e dei personaggi destinati a diventare (magari?) un’entusiasmante saga in un bellissimo romanzo breve, tenero e ingenuo.”

Salvatore Santamaria (Licata – Agrigento) con “Pipistrelli” ha vinto il Primo Premio Racconto inedito. La motivazione: “Straordinario racconto che coniuga in modo impeccabile canone e originalità. Salvatore Santamaria osa una storia inquietante che mette a nudo il lato oscuro che si annida in ogni essere umano, quel baratro di abbagliante oscurità che sconvolge i sensi e abbranca la coscienza. Con mirabile piglio narrativo seduce e traduce in immagini, ora orripilanti ora degradanti ora liriche, la dannazione eterna. Dannazione che neppure l’amore può arrestare. La sottile analisi psicologica dei personaggi impotenti di fronte al Male, consente uno spostamento metaforico nella dimensione generativa della coscienza e obbliga il lettore a guardare in volto l’incubo perché è soltanto ciò che si osa guardare – sì come lo scrittore ha osato scriverne – che possiamo affrontare; altrettanto è solo creando nell’immaginazione mostri irreali che possiamo affrontare quelli reali. Un misterico viaggio fra l’incubo e la veglia dove la vita vissuta è generatrice di mostri. E ancora, una chiave di riflessione sull’origine del male e del senso di colpa. Le percezioni inconsce ci attanagliano e, spesso, confondono la nostra percezione della realtà. Un quadro crudo che proprio nella sua ineluttabilità urla a gran voce la speranza di un possibile un risveglio.”

Il Primo Premio Poesia inedita è stato assegnato a Maria Chiara Boscolo (Serravalle Sesia – Vicenza) per la lirica “Séance”.  La motivazione: “Splendida, inquieta lirica in cui la poetessa riesce a riversare forti emozioni stemperandole in versi brevi e serrati che paiono risolversi in sensazioni quasi fisiche. Affanno, amore, desiderio e solitudine si compenetrano in un bacio blasfemo che annulla il tempo e lo spazio e vivifica la promessa di una vita eterna in cui anche l’instabile equilibrio tra sole e luna troverà finalmente quiete. Un labirinto sensoriale quello che Maria Chiara Boscolo dipinge tra fremiti, sussurri e sospiri su un pentagramma di misterica ispirazione. Si avverte la cura per la parola, per la sua facoltà di recare sollievo e vigore mostrando nel contempo alla coscienza i suoi abissi e le sue altezze. Solo attraverso la parola è possibile la vita, attraverso una parola coraggiosa, il taglio audace di una metafora, che, mentre da un lato, con la sua nudità, si espone al rischio della ferita, dall’altro splende di una potenza desiderante che spinge a travalicare ogni limite e divieto.”

giusy-vanni_premio-speciale-poesiaSul sito www.premiostreghevampiri.it è consultabile la classifica completa.

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ultimo aggiornamento: 28-11-2016


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