IL RITORNO sulla panchina del Viareggio di Carlo Bresciani – con l’obiettivo di centrare una salvezza che a questo punto della stagione ha un indice di difficoltà molto elevato – consegna alla storia del calcio locale un personaggio da copertina. Sì, perché Carlo Bresciani è stato un ottimo calciatore e anche da allenatore si è tolto le sue belle soddisfazioni trascinando il Grosseto (guarda caso la squadra contro cui debutterà il Viareggio domenica prossima) fra i professionisti nell’annata 1994-95 e il Pietrasanta dall’Eccellenza in serie D nella stagione 1995-96.

OVVIAMENTE in chiave viareggina, i ricordi di Carlo Bresciani sono molto ricchi. Dal nostro archivio sbuca fuori l’immagine di una squadra allievi, targata Cgc Viareggio, primi anni ’70, che furoreggiò non solo nell’allora campionato versiliese ma anche nel resto della Toscana. In panchina c’era Stefano Paoli (maresciallo dell’Aereonautica, con la passione per il calcio: un ottimo tecnico) e il dirigente responsabile Luciano Cerri, tre gettoni in serie A con la maglia del Genoa negli anni ’30, viareggino doc, dipendente comunale e impegnato nell’allora Comitato Carnevale, oltre che nonno materno di Vitaliano Bonuccelli. Fra i compagni di squadra di Carlo Bresciani tra gli altri Petrelli, Cantalupi, Zappelli, Caprili (fratello minore del compianto senatore Milziade), Incrocci, Piconcelli, La Ferla tanto ricordare i primi nomi che affiorano da vecchi appunti. A fine stagione, la squadra del Centro passò in blocco al Viareggio, a quell’epoca in serie C, guidato dal gruppo dirigenziale passato alla storia come ‘Gli amici del bar Eden’: il trasferimento in blocco non oneroso lasciò nel tempo qualche strascico polemico – che ancora oggi riaffiora – soprattutto quando l’anno successivo al debutto in serie C di Carlo Bresciani (stagione 1972-73), il giocatore bianconero assieme al difensore Mauro Della Martira passò alla Fiorentina. Al Viareggio andarono soldi e quattro giocatori in prestito: Avino, Bertugelli, Gritti e Filippazzo: Il Cgc si aspettava di essere ricompensato per la fruttuosa operazione visto che Bresciani era un prodotto del suo vivaio. Ma non andò così…

Nel campionato di serie C, Carlo Bresciani debuttò alla prima giornata allo stadio dei Pini: per lui una manciata di minuti nel finale al posto di Iori. Era il 12 settembre 1992. Fra i suoi compagni di squadra di quel giorno c’erano Banfi, Perazzini, Costantini, Torioni, Bonzi, Della Martira, Dossena, Ghiandi, Piaceri, Nori e Iori. In panchina Enzo Riccomini. Il primo gol in campionato a Modena (1-1) il 12 novembre 1972 al 14′ del primo tempo. In quella stagione, Bresciani collezionò 24 presenze e 6 reti: dopo quello di Modena, firmò anche la prima rete casalinga il 7 gennaio 1973 nel 3-0 alla Torres (le altre due di due ‘mostri’ sacri del calcio viareggino: Giampaolo Piaceri e Sergio Dossena), quindi due doppiette contro la Maceratese e l’Anconitana.

La stagione successiva, Bresciani passò alla Fiorentina: non debuttò in prima squadra ma con la Primavera contribuì al successo alla Coppa Carnevale.  A fine stagione, la società viola lo mandò a farsi le ossa in serie B a Foggia. E con i satanelli pugliesi fece 13 volte centro, guadagnandosi il ritorno alla casa viola nella stagione successiva. Nell’annata 1975-76 la Fiorentina era allenata da Carlo Mazzone: Bresciani ‘combatteva’ per un posto da titolare con Casarsa, Speggiorin e Desolati: nella rotazione adottata dal tecnico, il giovane attaccante viareggino colleziò 19 presenze segnando 7 reti. Il debutto in serie A, la prima giornata di campionato sul campo dell’Ascoli: la prima rete, niente meno che a un ‘mostro sacro’ come Dino Zoff, nella sconfitta subita dalla Fiorentina a Torino per 4-2 il 19 ottobre 1975. Il 2 novembre, nella sfida interna con il Perugia, Bresciani entra al 60′ e in quindici minuti firma la doppietta che trascina i viola al successo. Segnerà ancora il 25 gennaio al Cagliari e ancora alla Juventus il 22 febbraio 1976, nell’1-1 in rimonta (anche quel giorno Bresciani era appena stato mandato in campo: primo pallone giocato e gol, anzi uno splendido gol in diagonale, imprendibile per Zoff, lato curva Ferrovia); poi ancora a segno con Bologna e Cagliari. Sette reti il bilancio ufficiale. Anche se in realtà c’è un’ottava rete nel 4-1 con il Como, successo viola che venne trasformato in sconfitta a tavolino per 2-0 per il lancio di oggetti che avevano colpito il portiere Rigamonti poi costretto a uscire. A fine stagione Bresciani venne ceduto alla Sampdoria e anche con la maglia blucerchiata ha lasciato il segno.

CARLO Bresciani è approdato a Viareggio da allenatore nella stagione 2002-2003: un’annata maledetta, iniziata in mezzo a mille difficoltà e con una rosa – affidata a Marcello Tentorio – molto giovane e inesperta: nelle prime 11 giornate, il bilancio era di tre soli punti, frutto di altrettanti pareggi e otto sconfitte. La società decise di affidare la squadra a Carlo Bresciani, rinforzando anche l’organico: al debutto casalingo il 24 novembre 2002, il Viareggio ottenne la prima vittoria contro il Vado Ligure per 2-1, con una doppietta su calcio di rigore di Alberto Reccolani, il giocatore ora diventato tecnico di settore giovanile che affiancherà proprio Bresciani nella nuova avventura in bianconero. La prima formazione schierata da Bresciani fu questa: Testaferrata, Leto, Nicolini (Raffaelli), Reccolani, Novani, Orsolini, Mannini, Capitanim, Bertolucci (Bellei), Precisi, Buonamici (Puccini).

Il Viareggio riprese a marciare, ottenne 34 punti in 23 partite ma finì ai playout proprio contro il Vado. Successo nella gara di andata ai Pini (1-0, gol di Daniele Mannini) e sconfitta per 2-1 al ritorno (gol di Cecchini): per il miglior piazzamento in campionato, il Vado si salvò mentre il Viareggio scese di categoria.

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ultimo aggiornamento: 31-03-2017


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