Il discorso di Del Ghingaro per il 25 aprile

Il 25 Aprile non è una semplice ricorrenza: è un testimone fisico e tangibile di un fatto accaduto. Un vero e proprio monumento nel calendario di tutti gli italiani.

Un monumento davanti al quale ritrovano senso parole come Patria e Libertà. Concetti a cui siamo talmente abituati da essere per noi quasi scontati. Eppure, nel mondo, la Patria non è per tutti. La Libertà resta di pochi.

Attraversiamo tempi complicati, segnati da attentati, bombe-madri, minacce nucleari.

Tempi duri per il 25 Aprile dei sogni dei ragazzi di 72 anni fa che costruirono pietra su pietra il nostro Paese: lo immaginarono bello, nuovo e accogliente. E libero.

Viareggio era la casa di tanti di loro: la Versilia tutta ha donato, in venti mesi di aspra Resistenza, il sacrificio di 2.500 partigiani e patrioti, di 200 feriti e invalidi, la vita di 118 caduti in armi, l’olocausto di 850 trucidati.
Per quelle vite, la nostra città, esattamente come le altre 6 del nostro territorio, è chiamata all’impegno civico di custode della Memoria.

E oggi la città si è mobilitata per rendere omaggio a questa ricorrenza: così MoVer ha offerto e deposto le corone ai monumenti ai caduti, Sea ha ripulito gli spazi e apposto una coccarda in ogni luogo simbolo, I Care ha sistemato i sacrari e messo fiori nei due cimiteri, di Viareggio e di Torre del Lago.
Qua fuori abbiamo esposto un dipinto dell’artista Menghino concesso gentilmente dalla figlia che ringrazio per la sua disponibilità.
Un grande lavoro di sinergia come sempre accade a Viareggio: ringrazio per la presenza l’Anpi, la Crea, la Casa delle Donne, la scuola Pancho Villa.

La Resistenza non fu guerra civile ma guerra di liberazione. E mi piace credere che a spingere tanti giovani a salire sui monti non furono solo le convinzioni politiche ma anche e soprattutto la speranza. Quella stessa speranza che oggi viaggia fradicia stipata sui barconi. Che guida le mani di un padre mentre affida il figlio a uno sconosciuto che sta dall’altra parte di una rete.

Sono passati pochi giorni da quando con agli altri sindaci della Versilia e senza correre il rischio di esagerare, insieme ad alcuni degli uomini in grado di decidere il destino del mondo, siamo saliti all’ossario di Sant’Anna di Stazzema.

Una salita dura quella di Sant’Anna, un posto avvolto nel silenzio assoluto. Un silenzio ancora oggi saturo della violenza di cui quei luoghi sono stati testimoni, che sgorga ad ogni passo che avanza, ad ogni pietra su cui il piede scivola.

A quei morti abbiamo reso omaggio, davanti a quei nomi scolpiti nella pietra abbiamo firmato un documento di pace. Gli occhi del mondo ci hanno visto mentre abbiamo dato la nostra parola: mai più vittime innocenti.

Questo è il punto. Questo è oggi il 25 Aprile, a questo serve: usiamo questa data, riempiamola di significato, ridiamo senso alle celebrazioni perché non siano solo vuota consuetudine. Cerchiamo davvero, con tutte le forze, una Speranza nuova.

Perché la Libertà sia di tutti, la Patria un posto sicuro.

Buon 25 aprile

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