Principe Harry, “Con la psicoterapia ho elaborato la morte di mia madre Diana”

William e Harry Windsor erano solo due giovani adolescenti di 15 e 12 anni quando la loro madre, la Principessa Diana, perse la vita in un incidente automobilistico a Parigi il 31 agosto 1997.

Adesso, a distanza di 20 anni, per la prima volta il principe Harry ha raccontato pubblicamente come ha affrontato e superato il lutto della madre, dichiarando di aver negato a se stesso questo dolore per molto tempo, tanto da non averne mai parlato per quasi vent’anni.

Solo 3 anni fa infatti, Harry ha deciso di intraprendere un percorso di sostegno psicologico per l’elaborazione del lutto della madre e per “sbloccarsi” e cominciare a tirare fuori ciò che a lungo lo aveva consumato dentro.

Il principe nell’intervista ha dichiarato che: “é naturale soffrire nella vita, ma è importante che se ne parli. La sofferenza psicologica non è una debolezza. La vera debolezza è avere un problema e non riconoscerlo e quindi non risolverlo”.

Una dichiarazione forte che ha fatto il giro del mondo in pochi minuti, poichè la salute mentale è uno dei maggiori problemi che affliggono la società odierna sin dall’infanzia.

Insieme al fratello William e alla cognata Kate, i giovani reali britannici stanno lavorando alla campagna the Heads Together Campaign che riunisce otto organizzazioni per la salute mentale inglesi, con lo scopo comune di combattere lo stigmatismo verso la depressione e i problemi di natura psicologica.

Un evento in cui spiega Harry – è stato possibile dimostrare che tutti possono soffrire di problemi di salute mentale, inclusi gli sportivi, i personaggi famosi e i membri della famiglia reale. Non basta avere una casa, un buon lavoro, una sicurezza finanziaria e una famiglia per non ammalarsi -.

Harry ha voluto così sottolineare quanto anche la sua apparente vita perfetta e invidiabile da principe, non lo abbia preservato dal provare un dolore profondo e devastante come quello della morte di sua madre Diana. Siamo tutti esseri umani e anche se cerchiamo di non esternare le nostre emozioni o a volte ci impegnamo a non ascoltarle, dentro di noi sono vive e possono consumarci fino a sbriciolarci.

L’ammissione di Harry, di aver ignorato per molti anni la propria condizione prima di decidere di intraprendere un percorso di sostegno psicologico, è un contributo prezioso per la nostra società, dove ancora si fa fatica a parlare delle proprie sofferenze psicologiche anche con le persone più vicine a noi e dove si fatica ancora di più a chiedere aiuto.

Perdere un genitore in un’ età vulnerabile, come successo ad Harry e William, è terribile e dannoso e non tutti sono in grado di superare questo evento, come tanti altri tipi di eventi traumatici, senza un aiuto.

Il successo dei farmaci antidepressivi, dopo il lancio di Prozac nel 1987, ha contribuito a consolidare questa visione in cui il farmaco è l’unica soluzione alla malattia mentale che non può essere trattata con le “cure parlanti”, come la psicoterapia, in cui si da spazio e legittimità alle proprie emozioni, proprio come invece ha affermato di aver fatto il principe Harry.

Dott.ssa Valentina Aletti

La prossima settimana Felicemente ritorna con un articolo della dott.ssa Piccinini sul tema del tradimento nella coppia.

Biografia:

– On mental health, the royal family is doing more than our government

William Davies – The Guardian

– Prince Harry:  I really regret not talking about the death of my mother Princess Diana –the telegraph

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FeliceMente

ultimo aggiornamento: 07-05-2017


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