Scriveva George Bernard Shaw che “si usano gli specchi per guardarsi il viso, ma si usa l’arte per guardarsi l’anima”. La pensa così anche Giovanni Costantino, presidente di The Italian Sea Group, uno dei principali conglomerati della nautica internazionale che comprende Admiral, Tecnomar, NCA Refit per la costruzione di yacht e navi fino a 150 metri di lunghezza. Lo incontriamo negli headquarter del Gruppo a Marina di Carrara per parlare proprio del ruolo che gioca l’arte nella realizzazione dell’oggetto sommo del desiderio: un super yacht di lusso

The Italian Sea Group: Sede produttiva o galleria d’arte contemporanea?

«Abbiamo scelto di “contaminare” gli ambienti prettamente lavorativi della nostra sede, trasformando la hall principale, i corridoi e le sale meeting in una vera e propria galleria d’arte contemporanea – ci racconta mentre passeggiamo circondati dalle opere di artisti affermati ed emergenti.

«Pensiamo che questo sia non solo fonte di ispirazione per i nostri armatori che possono così trovare suggestioni visive e tattili nell’allestimento dei loro yacht, ma che rappresenti anche un beneficio “estetico” per noi che lavoriamo qui. La bellezza genera bellezza: operare immersi nella creatività non può che stimolare i nostri standard produttivi, innalzandoli sempre più verso l’eccellenza».

La collezione d’arte di The Italian Sea Group – prosegue Giovanni Costantino – è una “creatura” in continua evoluzione: ogni mese si arricchisce di nuove acquisizioni: lavori di artisti già conosciuti a livello internazionale o anche di nomi emergenti che hanno in questo modo l’opportunità di farsi conoscere.

«Recentemente i lavori dell’artista Emanuele Giannelli hanno arricchito la collezione. Romano di nascita, Giannelli ha scelto però di vivere e aprire il suo studio a Pietrasanta. Ci hanno attirato molto le atmosfere post-industriali e cyberpunk tipiche dei romanzi di Roy Bradbury o Philip K. Dick che trasudano dalle sue creazioni, quella sua capacità di proiettarti in un “universo sospeso” tra spazio e tempo dove non puoi non soffermarti a riflettere sul disagio esistenziale della nostra generazione fatta di “identità alterate” molto più simili ad alieni o automi cibernetici».

Poco più avanti notiamo una grande altalena in bronzo dove giace sensuale, il corpo di una donna.
«È una scultura di grandi dimensioni realizzata dall’artista austriaca Helga Vockenhuber: impressionante come sia riuscita ad approfondire il rapporto tra misticismo e materialità. Di lei abbiamo anche altre due opere, la “Maddalena” e la “Contemplazione”: Helga, all’inizio della sua carriera, si è concentrata sul design di gioielli, adesso invece focalizza il suo lavoro sulla questione centrale che riguarda le tante religioni che ci sono al mondo e sul percorso dell’essere umano verso la pace interiore e verso se stesso».

Man mano che proseguiamo nella visita non possiamo non notare le decine e decine di sculture, dipinti ed istallazioni: un allestimento che non ha nulla da invidiare alla più quotata delle gallerie della vicina Pietrasanta o persino alle sale del museo di una capitale europea. all’altezza di gallerie e musei contemporanei internazionali.

Birkream Beky Rosa
Birkream – Beky Rosa

Proprio all’entrata troneggia l’iconica “Birkream” dell’artista inglese Becky Rosa, una borsa di Hermes con sopra un cono gelato realizzata in resina e fibra di vetro, alta poco meno di due metri che si scioglie letteralmente in una pozza dello stesso colore, e nell’angolo vicino alla reception è possibile ammirare il preziosissimo “Punk Baby Buddha” del tedesco Meis Atash, una scultura in fibra di vetro ricoperta di cristalli Swarovski. Salendo le scale, Costantino attira la nostra attenzione verso una coloratissima ed iconica installazione di Bertozzi e Casoni rappresentante un fenicottero che si erge nobile e fiero sopra un elegante piatto decorato a grottesca:

 

 

«Abbiamo pensato che i nostri ospiti potessero rimanere impressionati dal “Flamingo” dei due artisti di Imola, questa ceramica policroma è estremamente guardiani del tempopotente ed ironica, soprattutto se la confrontiamo con il più riflessivo “Guardiano del Tempo” (una misteriosa e meditativa scultura in bronzo, ndr) di Manfred Kielnhofer o con la leggiadria dei “Fiori di Melo” che l’artista toscano Vittorio Corsini ha realizzato in cristallo e acciaio. Ciò che vogliamo è riuscire a suscitare nei nostri ospiti tante suggestioni diverse, rispettando però fino in fondo il fine ultimo proprio di qualunque creazione artistica: essere fonte di riflessione e di ispirazione».

Come non essere d’accordo? E come non salutarci con la promessa di tornare a visitare la sede di The Italian Sea Group per svelare le storie che le altre opere della collezione raccontano e scoprirne tutti i segreti?

(Visitato 557 volte, 1 visite oggi)
TAG:
Admiral Giovanni Costantino NCA Refit Tecnomar The Italian Sea Group

ultimo aggiornamento: 13-05-2017


Versilia Yachting Rendez-Vous. Gli scatti di Mauro Pucci

Controluce sul mare